Il grandioso complesso edilizio dell’Osservatorio Astronomico del Tuscolo fu concepito – dal regime fascista prima ancora che dai diretti responsabili della costruzione, scienziati e progettisti – quale pendant sui Colli dell’E42, secondo una logica di magnificenza celebrativa a scala paesistica. Le due imprese furono accomunate anche nelle vicende della realizzazione, compromessa dagli eventi storico-politici dell’epoca ma quasi ultimata per una parte significativa delle varie unità edilizie programmate, pur senza che si giungesse all’inaugurazione prevista per la ricorrenza del ventennale del regime. Numerosi elementi, tuttavia, distinguono le vicende dell’impianto scientifico tuscolano da quelle parallele della mancata Esposizione Universale Romana: innanzitutto nella relazione forma-funzione. A Roma, infatti, il programma architettonico – pur nella discutibilità dell’impostazione urbanistica e nella scelta di un linguaggio architettonico strettamente legato alla retorica celebrativa del regime – risultò comunque coerente (anche nel tempo) con finalità rappresentative ed espositive; nel caso dell’Osservatorio, invece, la scelta della localizzazione – ignorando da un lato i pur timidi segnali lanciati da alcune voci sensibili sull’inopportunità di allogare sul rilievo tuscolano una stazione osservativa di avanguardia come quella che la struttura avrebbe dovuto ospitare, dall’altro le testimonianze archeologiche presenti nel sito con caratteristiche qualitative e dimensionali notevoli – compromise definitivamente la possibilità di un appropriato utilizzo funzionale. La distanza temporale permette ormai di rileggere tali fattori sine ira et studio, riconoscendo, ad esempio, come l’imponente costruzione dell’edificio principale del complesso scientifico abbia segnato l’ultima materializzazione a grande scala di una millenaria relazione tra le pendici tuscolane nella veduta a distanza dalla Città Eterna e come la struttura scientifica – pur non essendo nella posizione più idonea ad ospitare apparecchiature che, del resto, non ricevette mai – abbia avuto un indubbio ruolo nell’innescare una forma di sviluppo che nel dopoguerra ha qualificato il Tuscolano come sede privilegiata di numerose e altamente qualificate istituzioni deputate alla ricerca scientifica. L’analisi attuata attraverso i procedimenti conoscitivi del Rilevamento ha consentito di apprezzare appieno il significato del complesso edilizio dell’Osservatorio e di avanzare proposte di vitalizzazione che ne possano meglio valorizzare le potenzialità in un contesto territoriale, paesistico, culturale come quello descritto; numerosi e inediti aspetti, in particolare riferimento a Giovanni Sacchi – progettista coinvolto nell’operazione e figura professionale di elevata caratura – sono stati inoltre disvelati dalla ricerca.

Strollo, R.m. (2008). L'Osservatorio Astronomico del Tuscolo - rilevamento e progetti. Aracne.

L'Osservatorio Astronomico del Tuscolo - rilevamento e progetti

STROLLO R. M.
2008-01-01

Abstract

Il grandioso complesso edilizio dell’Osservatorio Astronomico del Tuscolo fu concepito – dal regime fascista prima ancora che dai diretti responsabili della costruzione, scienziati e progettisti – quale pendant sui Colli dell’E42, secondo una logica di magnificenza celebrativa a scala paesistica. Le due imprese furono accomunate anche nelle vicende della realizzazione, compromessa dagli eventi storico-politici dell’epoca ma quasi ultimata per una parte significativa delle varie unità edilizie programmate, pur senza che si giungesse all’inaugurazione prevista per la ricorrenza del ventennale del regime. Numerosi elementi, tuttavia, distinguono le vicende dell’impianto scientifico tuscolano da quelle parallele della mancata Esposizione Universale Romana: innanzitutto nella relazione forma-funzione. A Roma, infatti, il programma architettonico – pur nella discutibilità dell’impostazione urbanistica e nella scelta di un linguaggio architettonico strettamente legato alla retorica celebrativa del regime – risultò comunque coerente (anche nel tempo) con finalità rappresentative ed espositive; nel caso dell’Osservatorio, invece, la scelta della localizzazione – ignorando da un lato i pur timidi segnali lanciati da alcune voci sensibili sull’inopportunità di allogare sul rilievo tuscolano una stazione osservativa di avanguardia come quella che la struttura avrebbe dovuto ospitare, dall’altro le testimonianze archeologiche presenti nel sito con caratteristiche qualitative e dimensionali notevoli – compromise definitivamente la possibilità di un appropriato utilizzo funzionale. La distanza temporale permette ormai di rileggere tali fattori sine ira et studio, riconoscendo, ad esempio, come l’imponente costruzione dell’edificio principale del complesso scientifico abbia segnato l’ultima materializzazione a grande scala di una millenaria relazione tra le pendici tuscolane nella veduta a distanza dalla Città Eterna e come la struttura scientifica – pur non essendo nella posizione più idonea ad ospitare apparecchiature che, del resto, non ricevette mai – abbia avuto un indubbio ruolo nell’innescare una forma di sviluppo che nel dopoguerra ha qualificato il Tuscolano come sede privilegiata di numerose e altamente qualificate istituzioni deputate alla ricerca scientifica. L’analisi attuata attraverso i procedimenti conoscitivi del Rilevamento ha consentito di apprezzare appieno il significato del complesso edilizio dell’Osservatorio e di avanzare proposte di vitalizzazione che ne possano meglio valorizzare le potenzialità in un contesto territoriale, paesistico, culturale come quello descritto; numerosi e inediti aspetti, in particolare riferimento a Giovanni Sacchi – progettista coinvolto nell’operazione e figura professionale di elevata caratura – sono stati inoltre disvelati dalla ricerca.
2008
Settore ICAR/17 - DISEGNO
Italian
Rilevanza nazionale
Monografia
storia dell'architettura
rilievo
disegno
Secondo volume della serie dei Quaderni di Architettura dell'Area Tuscolana.
Strollo, R.m. (2008). L'Osservatorio Astronomico del Tuscolo - rilevamento e progetti. Aracne.
Monografia
Strollo, Rm
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/195186
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