La Carta di Venezia, tra i più importanti e longevi documenti internazionali sulla teoria del restauro, seguiva di circa trent'anni la Carta di Atene (1931), della quale, accogliendo alcuni emendamenti presentati da Roberto Pane e Piero Gazzola e confluiti nella Carta del Restauro Italiana del 1932, riformulava i principi fondativi per specificarne finalità e campi di applicazione. Oggi, quei principi e quelle finalità, invero già autorevolmente discusse nel ventesimo e quarantesimo anniversario della sottoscrizione, meritano una riconsiderazione alla luce dell’evoluzione del restauro degli ultimi cinquant’anni, degli orientamenti e degli indirizzi delle numerose carte e convenzioni nazionali e internazionali, prodotte anche in anni recenti. Se la Carta di Venezia esplicitava l’impossibilità di scindere il progetto architettonico dal progetto di restauro, l'attuale distinzione tra i ruoli dei progettisti e dei restauratori, mutuata dai perentori dettami di altre carte del restauro (una per tutte quella del 1972), ha provocato un progressivo allontanamento dalla prassi internazionale, che invece coltiva consapevolmente la fusione di progetto architettonico e progetto di restauro. In tale ottica, il saggio si pone come occasione di riflessione sulla pratica del restauro in rapporto agli attuali indirizzi della professione architettonica.
Marconi, N. (2015). Ripensare la Carta del Restauro di Venezia cinquant'anni dopo. RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA(145), 51-58.
Ripensare la Carta del Restauro di Venezia cinquant'anni dopo
MARCONI, NICOLETTA
2015-01-01
Abstract
La Carta di Venezia, tra i più importanti e longevi documenti internazionali sulla teoria del restauro, seguiva di circa trent'anni la Carta di Atene (1931), della quale, accogliendo alcuni emendamenti presentati da Roberto Pane e Piero Gazzola e confluiti nella Carta del Restauro Italiana del 1932, riformulava i principi fondativi per specificarne finalità e campi di applicazione. Oggi, quei principi e quelle finalità, invero già autorevolmente discusse nel ventesimo e quarantesimo anniversario della sottoscrizione, meritano una riconsiderazione alla luce dell’evoluzione del restauro degli ultimi cinquant’anni, degli orientamenti e degli indirizzi delle numerose carte e convenzioni nazionali e internazionali, prodotte anche in anni recenti. Se la Carta di Venezia esplicitava l’impossibilità di scindere il progetto architettonico dal progetto di restauro, l'attuale distinzione tra i ruoli dei progettisti e dei restauratori, mutuata dai perentori dettami di altre carte del restauro (una per tutte quella del 1972), ha provocato un progressivo allontanamento dalla prassi internazionale, che invece coltiva consapevolmente la fusione di progetto architettonico e progetto di restauro. In tale ottica, il saggio si pone come occasione di riflessione sulla pratica del restauro in rapporto agli attuali indirizzi della professione architettonica.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Marconi_Rassegna Restauro.pdf
solo utenti autorizzati
Descrizione: articolo principale
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Licenza:
Non specificato
Dimensione
374.64 kB
Formato
Adobe PDF
|
374.64 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.