A partire dai recenti risultati ottenuti dal gruppo dell’università Pablo del Olavide di Siviglia (Hidalgo, 2015) nell’area del cd Palazzo di Villa Adriana, nell’ottenere la conferma che la villa preesistente, localizzata in una delle più centrali aree della Villa imperiale, era organizzata secondo una articolata complessità spaziale, tutt’altro che obliterata dalle operazioni progettuali di Adriano, è sempre più necessario riaprire il dibattito sull’identità del precedente proprietario e, di conseguenza, sulle ragioni che spinsero l’imperatore a scegliere quello specifico sito tiburtino per la realizzazione del suo monumentale progetto. Come accade con costante ripetersi nel caso di Villa Adriana, la maggior parte di quanto è considerato una “certezza” è, invero, il più delle volte derivato da ipotesi molto aleatorie che, adottate nel tempo, hanno di sovente viziato negativamente la conduzione di ulteriori studi. Ciò si verifica anche nel caso della villa preesistente in relazione alla sua datazione, in rapporto alle varie supposizioni formulate circa i possibili proprietari dai quali Adriano ottenne area e strutture, in merito all’originaria estensione della parte costruita, alla presenza o meno di un fondo agricolo compreso nella proprietà, all’esistenza di opere di delimitazione e di difesa e, ancora, con riferimento a questioni inerenti la progettazione comprensiva dell’assetto territoriale e infrastrutturale, ossia di temi di rilevante importanzaper la conoscenza della Villa, analizzabili solo attraverso dati indiretti, in quanto non trattati dalle fonti e non documentati. Attraverso un previo controllo del contesto territoriale entro cui sorge l’imponente sito archeologico appare evidente che le soluzioni di alcune di tali quesiti sono viziate da esiti improbabili: troppe sono state le manomissioni e le violenze subite da quell’ambiente e le più pesanti, quelle che hanno gravemente segnato anche l’assetto idrologico e morfologico, oltre che archeologico e storico, sono prevalentemente avvenute a partire dalla seconda metà del secolo appena trascorso, quando un’urbanizzazione per lo più spontanea e dissennata ha occupato larga parte dell’intorno. Pertanto, per delineare almeno nelle linee generali una traccia più concreta, occorre riprendere procedere con una attenta disamina della letteratura, allo scopo di evidenziare le ragioni e i periodi storici durante in quali sono state poste le basi delle presunte “certezze” pertinenti i temi indagati e, successivamente, recuperare ogni possibile fonte per poi associarla alle testimonianze archeologiche rinvenute nell’ambito territoriale più prossimo alla Villa, ossia a quanto compete, nell’ottica della disciplina del rilevamento, all’acquisizione – survey - dei dati storico-letterari. Quanto segue è, pertanto, una raccolta di dati indispensabile per giustificare le origini di ciascuna delle teorie sviluppate nel tempo e mediante la quale è stato possibile formulare una nuova ipotesi in merito alle ragioni della scelta di quella specifica porzione territoriale da parte di Adriano. Si tratta, ovviamente, di un’ipotesi basata su dati indiziari ma che, quando implementata e validata da analisi provenienti da diversi ambiti scientifici, potrebbe costituire una innovativa chiave di lettura del progetto adrianeo.

Cinque, G.e. (2017). A Tivoli vecchio casa d’Adriano. ROMULA, 15, 7-62.

A Tivoli vecchio casa d’Adriano

CINQUE, GIUSEPPINA ENRICA
2017-01-01

Abstract

A partire dai recenti risultati ottenuti dal gruppo dell’università Pablo del Olavide di Siviglia (Hidalgo, 2015) nell’area del cd Palazzo di Villa Adriana, nell’ottenere la conferma che la villa preesistente, localizzata in una delle più centrali aree della Villa imperiale, era organizzata secondo una articolata complessità spaziale, tutt’altro che obliterata dalle operazioni progettuali di Adriano, è sempre più necessario riaprire il dibattito sull’identità del precedente proprietario e, di conseguenza, sulle ragioni che spinsero l’imperatore a scegliere quello specifico sito tiburtino per la realizzazione del suo monumentale progetto. Come accade con costante ripetersi nel caso di Villa Adriana, la maggior parte di quanto è considerato una “certezza” è, invero, il più delle volte derivato da ipotesi molto aleatorie che, adottate nel tempo, hanno di sovente viziato negativamente la conduzione di ulteriori studi. Ciò si verifica anche nel caso della villa preesistente in relazione alla sua datazione, in rapporto alle varie supposizioni formulate circa i possibili proprietari dai quali Adriano ottenne area e strutture, in merito all’originaria estensione della parte costruita, alla presenza o meno di un fondo agricolo compreso nella proprietà, all’esistenza di opere di delimitazione e di difesa e, ancora, con riferimento a questioni inerenti la progettazione comprensiva dell’assetto territoriale e infrastrutturale, ossia di temi di rilevante importanzaper la conoscenza della Villa, analizzabili solo attraverso dati indiretti, in quanto non trattati dalle fonti e non documentati. Attraverso un previo controllo del contesto territoriale entro cui sorge l’imponente sito archeologico appare evidente che le soluzioni di alcune di tali quesiti sono viziate da esiti improbabili: troppe sono state le manomissioni e le violenze subite da quell’ambiente e le più pesanti, quelle che hanno gravemente segnato anche l’assetto idrologico e morfologico, oltre che archeologico e storico, sono prevalentemente avvenute a partire dalla seconda metà del secolo appena trascorso, quando un’urbanizzazione per lo più spontanea e dissennata ha occupato larga parte dell’intorno. Pertanto, per delineare almeno nelle linee generali una traccia più concreta, occorre riprendere procedere con una attenta disamina della letteratura, allo scopo di evidenziare le ragioni e i periodi storici durante in quali sono state poste le basi delle presunte “certezze” pertinenti i temi indagati e, successivamente, recuperare ogni possibile fonte per poi associarla alle testimonianze archeologiche rinvenute nell’ambito territoriale più prossimo alla Villa, ossia a quanto compete, nell’ottica della disciplina del rilevamento, all’acquisizione – survey - dei dati storico-letterari. Quanto segue è, pertanto, una raccolta di dati indispensabile per giustificare le origini di ciascuna delle teorie sviluppate nel tempo e mediante la quale è stato possibile formulare una nuova ipotesi in merito alle ragioni della scelta di quella specifica porzione territoriale da parte di Adriano. Si tratta, ovviamente, di un’ipotesi basata su dati indiziari ma che, quando implementata e validata da analisi provenienti da diversi ambiti scientifici, potrebbe costituire una innovativa chiave di lettura del progetto adrianeo.
2017
Pubblicato
Rilevanza internazionale
Articolo
Esperti anonimi
Settore ICAR/17 - DISEGNO
Italian
Villa Adriana; preesistenze territoriali; Augusto
https://www.upo.es/revistas/index.php/romula/article/view/2435/1960
Cinque, G.e. (2017). A Tivoli vecchio casa d’Adriano. ROMULA, 15, 7-62.
Cinque, Ge
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/184209
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