Il presente studio indaga alcuni aspetti salienti che caratterizzano la nozione di infinito in Cusano in relazione ai concetti di forma e mensura, mettendoli in parallelo con testi di Roberto Grossatesta, il vescovo e filosofo inglese, noto al Cardinale anzitutto come commentatore e traduttore dell’opera dello pseudo-Dionigi, e, come Cusano, animato dal bisogno di interpretare la limitata comprensione umana dell’infinità divina alla luce dell’intrinseca natura misurante della mente. Prendendo le mosse dal primo sermone del Cardinale, che presenta una citazione esplicita da Grossatesta riferita alla nozione di forma come esemplare nella mente divina, il contributo esamina come nel pensiero dei due filosofi, la mente umana si configura come la più alta imago dei. Rintracciando poi ulteriori affinità testuali circa la nozione di mensura nella conoscenza della realtà creata, è inquadrato come la mente umana agisce nell’atto di misurare ponendosi quale criterio di misura di ciò che è misurato, e di conseguenza come essa riesca, pur imperfettamente, a cogliere l’infinità del numero nella mente divina, che misura infinitamente e perfettamente l’attualità dell’essere creaturale. Infine, l’ultima parte dello studio si interroga su come Dio sia inteso dai due filosofi quale primus mensurator e criterio assoluto di misura di ogni ente.

Panti, C. (2016). Annotazioni su forma, mensura e infinito in Niccolò Cusano e Roberto Grossatesta. In Niccolò Cusano. L’uomo, i libri, l’opera. Todi, 11 - 14 ottobre 2015 (pp. 95-124). Spoleto : Fondazione Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo.

Annotazioni su forma, mensura e infinito in Niccolò Cusano e Roberto Grossatesta

PANTI, CECILIA
2016-01-01

Abstract

Il presente studio indaga alcuni aspetti salienti che caratterizzano la nozione di infinito in Cusano in relazione ai concetti di forma e mensura, mettendoli in parallelo con testi di Roberto Grossatesta, il vescovo e filosofo inglese, noto al Cardinale anzitutto come commentatore e traduttore dell’opera dello pseudo-Dionigi, e, come Cusano, animato dal bisogno di interpretare la limitata comprensione umana dell’infinità divina alla luce dell’intrinseca natura misurante della mente. Prendendo le mosse dal primo sermone del Cardinale, che presenta una citazione esplicita da Grossatesta riferita alla nozione di forma come esemplare nella mente divina, il contributo esamina come nel pensiero dei due filosofi, la mente umana si configura come la più alta imago dei. Rintracciando poi ulteriori affinità testuali circa la nozione di mensura nella conoscenza della realtà creata, è inquadrato come la mente umana agisce nell’atto di misurare ponendosi quale criterio di misura di ciò che è misurato, e di conseguenza come essa riesca, pur imperfettamente, a cogliere l’infinità del numero nella mente divina, che misura infinitamente e perfettamente l’attualità dell’essere creaturale. Infine, l’ultima parte dello studio si interroga su come Dio sia inteso dai due filosofi quale primus mensurator e criterio assoluto di misura di ogni ente.
2016
Settore M-FIL/08 - STORIA DELLA FILOSOFIA MEDIEVALE
Italian
Rilevanza internazionale
Capitolo o saggio
Niccolò Cusano; Roberto Grossatesta; numero; misura; filosofia medievale
Panti, C. (2016). Annotazioni su forma, mensura e infinito in Niccolò Cusano e Roberto Grossatesta. In Niccolò Cusano. L’uomo, i libri, l’opera. Todi, 11 - 14 ottobre 2015 (pp. 95-124). Spoleto : Fondazione Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo.
Panti, C
Contributo in libro
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