Grumo di indicibile sofferenza e incontenibile idealità, la malinconia è uno dei volti dell’humanum con cui santa Teresa di Gesù si è confrontata direttamente, nella fasi critiche della propria ricerca spirituale, e indirettamente, quando si è occupata della salute spirituale e corporale delle sorelle carmelitane e dei propri familiari. In particolare, in questo articolo, ci si sofferma su come Teresa ha avuto “concetto” e “esperienza” della malinconia, come ne ha parlato, come ne ha disinnescato il potere distruttivo, trasformandola in qualcosa che è più simile a una tappa che non a uno ostacolo verso la santità. Sulla scia di una ricca corrente di studi su un fenomeno, quello del morbo malinconico, su cui diverse tradizioni culturali ed ermeneutico-letterarie novecentesche hanno elaborato un proprio specifico canone (dalla filolofia alla antropologia, alla psicoanalisi, alla letteratura comparata) è stata individuata una possibile fonte nei testi sull’accidia della tradizione patristica (da Sant’Agostino a san Gregorio Magno, san Gerolamo, san Cassiano) ma anche evidenziata l’ampia angolatura prospettica delle osservazioni teresiane, sia quelle espresse nei testi ufficiali (da Vida a Camino de perfección, Moradas, Fundaciones), sia quelle più intime e spontanee affidate alle lettere che la mistica carmelitana indirizza a Domingo Báez, Jerónimo Gracián o al fratello Lorenzo.
Frattale, L. (2016). Santa Teresa e l'umana malinconia. TERESIANUM, 1-2/2015, 353-369.
Santa Teresa e l'umana malinconia
FRATTALE, LORETTA
2016-01-01
Abstract
Grumo di indicibile sofferenza e incontenibile idealità, la malinconia è uno dei volti dell’humanum con cui santa Teresa di Gesù si è confrontata direttamente, nella fasi critiche della propria ricerca spirituale, e indirettamente, quando si è occupata della salute spirituale e corporale delle sorelle carmelitane e dei propri familiari. In particolare, in questo articolo, ci si sofferma su come Teresa ha avuto “concetto” e “esperienza” della malinconia, come ne ha parlato, come ne ha disinnescato il potere distruttivo, trasformandola in qualcosa che è più simile a una tappa che non a uno ostacolo verso la santità. Sulla scia di una ricca corrente di studi su un fenomeno, quello del morbo malinconico, su cui diverse tradizioni culturali ed ermeneutico-letterarie novecentesche hanno elaborato un proprio specifico canone (dalla filolofia alla antropologia, alla psicoanalisi, alla letteratura comparata) è stata individuata una possibile fonte nei testi sull’accidia della tradizione patristica (da Sant’Agostino a san Gregorio Magno, san Gerolamo, san Cassiano) ma anche evidenziata l’ampia angolatura prospettica delle osservazioni teresiane, sia quelle espresse nei testi ufficiali (da Vida a Camino de perfección, Moradas, Fundaciones), sia quelle più intime e spontanee affidate alle lettere che la mistica carmelitana indirizza a Domingo Báez, Jerónimo Gracián o al fratello Lorenzo.File | Dimensione | Formato | |
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