Il saggio indaga, attraverso l’analisi di un particolare settore della produzione architettonica romana degli ultimi trent’anni del Seicento, il fenomeno del primo borrominismo, ovvero del recupero di alcuni specifici elementi e soluzioni provenienti dal linguaggio di Francesco Borromini. Nello specifico l’indagine è stata circoscritta ad esempi tratti dal repertorio delle microarchitetture, quali memorie funebri, pulpiti, cantorie e tabernacoli. Tale scelta è stata anche dettata dal fatto che in quel periodo, arrestatasi in parte la grande stagione edilizia, contratte le opportunità di imprese di vasto raggio, la progettazione in “scala minore”, per taluni architetti, ha significato la possibilità di liberarsi da talune remore “classiciste” e di avviare discorsi di carattere sperimentale in grado di dare continuità al segno barocco impostato da Francesco Borromini. Tra gli esempi principali presi in considerazione nel presente contributo, appaiono significativi per comprendere lo sviluppo del primo borrominismo, la cantoria della chiesa di Santa Maria della Vittoria realizzata da Matthia de Rossi, il pulpito di San Marcello al Corso, dello stesso De Rossi, il sepolcro del cardinale Lorenzo Imperiali in Sant’Agostino di Domenico Guidi, il tabernacolo dell’altare maggiore di San Silvestro in Capite di Carlo Rainaldi e il ciborio di Carlo Francesco Bizzaccheri nella cappella del Crocifisso in San Marcello al Corso.
Valeriani, A. (2015). Alcuni esempi di borrominismo a Roma nel tardo Seicento.. In Alessandra Serra (a cura di), Humanitas. Studi per Patrizia Serafin. (pp. 577-596). Roma : UniversItalia.
Alcuni esempi di borrominismo a Roma nel tardo Seicento.
VALERIANI, ALESSANDRO
2015-12-01
Abstract
Il saggio indaga, attraverso l’analisi di un particolare settore della produzione architettonica romana degli ultimi trent’anni del Seicento, il fenomeno del primo borrominismo, ovvero del recupero di alcuni specifici elementi e soluzioni provenienti dal linguaggio di Francesco Borromini. Nello specifico l’indagine è stata circoscritta ad esempi tratti dal repertorio delle microarchitetture, quali memorie funebri, pulpiti, cantorie e tabernacoli. Tale scelta è stata anche dettata dal fatto che in quel periodo, arrestatasi in parte la grande stagione edilizia, contratte le opportunità di imprese di vasto raggio, la progettazione in “scala minore”, per taluni architetti, ha significato la possibilità di liberarsi da talune remore “classiciste” e di avviare discorsi di carattere sperimentale in grado di dare continuità al segno barocco impostato da Francesco Borromini. Tra gli esempi principali presi in considerazione nel presente contributo, appaiono significativi per comprendere lo sviluppo del primo borrominismo, la cantoria della chiesa di Santa Maria della Vittoria realizzata da Matthia de Rossi, il pulpito di San Marcello al Corso, dello stesso De Rossi, il sepolcro del cardinale Lorenzo Imperiali in Sant’Agostino di Domenico Guidi, il tabernacolo dell’altare maggiore di San Silvestro in Capite di Carlo Rainaldi e il ciborio di Carlo Francesco Bizzaccheri nella cappella del Crocifisso in San Marcello al Corso.File | Dimensione | Formato | |
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