Nella presente nota, si tratterà della compatibilità della responsabilità della società, per imputazione alla società dell’atto degli amministratori in violazione di specifiche disposizioni, con la posizione di socio-danneggiato; e delle possibili implicazioni di tale imputazione, nel caso la società danneggiante assuma, in altro contesto, la posizione di danneggiato (come ad es. nel caso di azione verso gli amministratori responsabili). Nei limiti del presente scritto, la questione è se la autoresponsabilità, cioè l’impedimento a chiedere a terzi il risarcimento che un soggetto appare essersi “autoprocurato”( ) (in realtà si tratta in genere di danni che ricadono sulla società e su terzi, tipicamente il dissesto), si applichi anche in caso di ente metaindividuale e come si coordini con la possibilità di chiedere all’amministratore-agente ed eventualmente ai terzi il risarcimento del danno derivante dall’imputazione dell’atto. Ancora in termini generali, va osservato che una recente sentenza ( ) ha applicato l'art. 1227 c.c. con conseguente diminuzione del risarcimento del danno richiesto dalla società nei confronti dell'amministratore delegato, allorquando risulti che il comportamento della società abbia concorso alla causazione del danno richiesto, nella specie, in concorso con l'azione dannosa dell'amministratore. Si è ragionato come se un "comportamento" della società fosse esigibile e la stessa fosse colpevole per "omessa adozione di un adeguato modello organizzativo" e "per i prelievi indebiti dalle casse sociali". Si tratta in altri termini di una "ripersonalizzazione" della condotta societaria dal punto di vista del danneggiato.
Giampaolino, C.f. (2015). imputazione dell'atto dell'amministratore e responsabilità della società. GIURISPRUDENZA COMMERCIALE, 1375-1388.
imputazione dell'atto dell'amministratore e responsabilità della società.
GIAMPAOLINO, CARLO FELICE
2015-12-01
Abstract
Nella presente nota, si tratterà della compatibilità della responsabilità della società, per imputazione alla società dell’atto degli amministratori in violazione di specifiche disposizioni, con la posizione di socio-danneggiato; e delle possibili implicazioni di tale imputazione, nel caso la società danneggiante assuma, in altro contesto, la posizione di danneggiato (come ad es. nel caso di azione verso gli amministratori responsabili). Nei limiti del presente scritto, la questione è se la autoresponsabilità, cioè l’impedimento a chiedere a terzi il risarcimento che un soggetto appare essersi “autoprocurato”( ) (in realtà si tratta in genere di danni che ricadono sulla società e su terzi, tipicamente il dissesto), si applichi anche in caso di ente metaindividuale e come si coordini con la possibilità di chiedere all’amministratore-agente ed eventualmente ai terzi il risarcimento del danno derivante dall’imputazione dell’atto. Ancora in termini generali, va osservato che una recente sentenza ( ) ha applicato l'art. 1227 c.c. con conseguente diminuzione del risarcimento del danno richiesto dalla società nei confronti dell'amministratore delegato, allorquando risulti che il comportamento della società abbia concorso alla causazione del danno richiesto, nella specie, in concorso con l'azione dannosa dell'amministratore. Si è ragionato come se un "comportamento" della società fosse esigibile e la stessa fosse colpevole per "omessa adozione di un adeguato modello organizzativo" e "per i prelievi indebiti dalle casse sociali". Si tratta in altri termini di una "ripersonalizzazione" della condotta societaria dal punto di vista del danneggiato.File | Dimensione | Formato | |
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