Nel 2012, grazie ad un ERC Advanced Grant, abbiamo avviato una ricerca sulla storia dell’ingegneria in Italia, la ricerca SIXXI, che è tutt’ora in corso. Da alcuni anni ci occupavamo anche di strutture, negli studi di storia della costruzione che conducevamo all’Università di Roma Tor Vergata. Nel corso delle ricerche continui indizi ci segnalavano che la vicenda dell’ingegneria italiana del Novecento, di solito ricondotta interamente all’opera di Nervi e di Morandi, era in realtà molto più ampia, densa e ramificata. Era una vicenda di respiro nazionale, strettamente intrecciata alla storia del Paese. Era una vicenda collettiva che negli anni cinquanta e sessanta aveva portato alla formazione di una Scuola italiana di rilevanza internazionale. Ed era una vicenda che nel periodo immediatamente successivo al suo sviluppo era stata interamente rimossa. Di qui gli obiettivi del progetto di ricerca: indagare e ricostruire l’intero sviluppo storico dell’ingegneria strutturale italiana; far conoscere la storia nelle facoltà di ingegneria e nelle facoltà di architettura, favorendo l’attivazione di un settore specifico di storia dell’ingegneria e colmando una sorta di imperdonabile “analfabetismo”; sensibilizzare le soprintendenze e il grande pubblico sull’esigenza di tutelare il patrimonio di opere, in gran parte sconosciuto, che la Scuola ha prodotto. Come abbiamo impostato il lavoro? A causa dell’assenza in Italia di un settore di ricerca sulla storia dell’ingegneria, lo stato dell’arte non comprendeva studi storici. Si partiva da zero. Questo ci ha portato, con un consistente gruppo di giovani, a ricercare su un territorio enorme e inesplorato le tracce lasciate sul campo dall’ingegneria del Novecento: scoprendo opere sconosciute; riesumando bibliografie sepolte; scandagliando archivi mai consultati; rintracciando personaggi dimenticati. La vasta mole di documentazione reperita in queste indagini non viene solo catalogata, viene integralmente riprodotta. Si alimenta così una biblioteca-archivio, che diventa, a sua volta, lo strumento fondamentale per la fase dell’elaborazione. Nel SIXXIdata, infatti, si viene consolidando l’intero, eterogeneo mondo dell’ingegneria delle strutture italiana, con i suoi protagonisti, la sua tradizione professionale, la sua scienza, le sue pratiche, la sua iconografia. Dopo aver ricostruito la storia, è altrettanto importante raccontarla. Per questo abbiamo deciso di divulgare gli esiti della ricerca strada facendo. In due modi. Da una parte pubblichiamo le indagini: saggi in cui sono ricostruiti gli episodi, di diverso genere, che confluiscono nello sviluppo dell’ingegneria strutturale: la microstoria di un’opera, il percorso sperimentale di un progettista, il contributo scientifico che ha agevolato in un certo momento il calcolo delle strutture, l’invenzione di un’attrezzatura tipica del cantiere italiano, l’attività di un laboratorio specialistico, la nascita e la vita di una rivista di settore, ecc. Contemporaneamente veniamo ricomponendo via via più nitidamente il quadro d’insieme. E andiamo raccontando la storia intera, in diversi formati: dalla classica conferenza al mini-corso all’interno di un master o di un dottorato, con l’intento di coinvolgere nuove energie sull’argomento. Per questo numero di Rassegna abbiamo scelto alcune indagini svolte da vari componenti del gruppo; premettendo ai saggi uno schizzo della vicenda complessiva, narrata nella forma del “monologo a due voci”.

Iori, T., Poretti, S. (a cura di). (2016). La Scuola italiana di Ingegneria, numero monografico di «Rassegna di architettura e urbanistica», 148, gennaio-aprile 2016. QUOD LIBET.

La Scuola italiana di Ingegneria, numero monografico di «Rassegna di architettura e urbanistica», 148, gennaio-aprile 2016

IORI, TULLIA;PORETTI, SERGIO
2016-04-01

Abstract

Nel 2012, grazie ad un ERC Advanced Grant, abbiamo avviato una ricerca sulla storia dell’ingegneria in Italia, la ricerca SIXXI, che è tutt’ora in corso. Da alcuni anni ci occupavamo anche di strutture, negli studi di storia della costruzione che conducevamo all’Università di Roma Tor Vergata. Nel corso delle ricerche continui indizi ci segnalavano che la vicenda dell’ingegneria italiana del Novecento, di solito ricondotta interamente all’opera di Nervi e di Morandi, era in realtà molto più ampia, densa e ramificata. Era una vicenda di respiro nazionale, strettamente intrecciata alla storia del Paese. Era una vicenda collettiva che negli anni cinquanta e sessanta aveva portato alla formazione di una Scuola italiana di rilevanza internazionale. Ed era una vicenda che nel periodo immediatamente successivo al suo sviluppo era stata interamente rimossa. Di qui gli obiettivi del progetto di ricerca: indagare e ricostruire l’intero sviluppo storico dell’ingegneria strutturale italiana; far conoscere la storia nelle facoltà di ingegneria e nelle facoltà di architettura, favorendo l’attivazione di un settore specifico di storia dell’ingegneria e colmando una sorta di imperdonabile “analfabetismo”; sensibilizzare le soprintendenze e il grande pubblico sull’esigenza di tutelare il patrimonio di opere, in gran parte sconosciuto, che la Scuola ha prodotto. Come abbiamo impostato il lavoro? A causa dell’assenza in Italia di un settore di ricerca sulla storia dell’ingegneria, lo stato dell’arte non comprendeva studi storici. Si partiva da zero. Questo ci ha portato, con un consistente gruppo di giovani, a ricercare su un territorio enorme e inesplorato le tracce lasciate sul campo dall’ingegneria del Novecento: scoprendo opere sconosciute; riesumando bibliografie sepolte; scandagliando archivi mai consultati; rintracciando personaggi dimenticati. La vasta mole di documentazione reperita in queste indagini non viene solo catalogata, viene integralmente riprodotta. Si alimenta così una biblioteca-archivio, che diventa, a sua volta, lo strumento fondamentale per la fase dell’elaborazione. Nel SIXXIdata, infatti, si viene consolidando l’intero, eterogeneo mondo dell’ingegneria delle strutture italiana, con i suoi protagonisti, la sua tradizione professionale, la sua scienza, le sue pratiche, la sua iconografia. Dopo aver ricostruito la storia, è altrettanto importante raccontarla. Per questo abbiamo deciso di divulgare gli esiti della ricerca strada facendo. In due modi. Da una parte pubblichiamo le indagini: saggi in cui sono ricostruiti gli episodi, di diverso genere, che confluiscono nello sviluppo dell’ingegneria strutturale: la microstoria di un’opera, il percorso sperimentale di un progettista, il contributo scientifico che ha agevolato in un certo momento il calcolo delle strutture, l’invenzione di un’attrezzatura tipica del cantiere italiano, l’attività di un laboratorio specialistico, la nascita e la vita di una rivista di settore, ecc. Contemporaneamente veniamo ricomponendo via via più nitidamente il quadro d’insieme. E andiamo raccontando la storia intera, in diversi formati: dalla classica conferenza al mini-corso all’interno di un master o di un dottorato, con l’intento di coinvolgere nuove energie sull’argomento. Per questo numero di Rassegna abbiamo scelto alcune indagini svolte da vari componenti del gruppo; premettendo ai saggi uno schizzo della vicenda complessiva, narrata nella forma del “monologo a due voci”.
apr-2016
Settore ICAR/10 - ARCHITETTURA TECNICA
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Italian
Rilevanza internazionale
storia della costruzione; storia dell'ingegneria; SIXXI
ERC ADVANCED GRANT 2011
Curatele
Iori, T; Poretti, S
Iori, T., Poretti, S. (a cura di). (2016). La Scuola italiana di Ingegneria, numero monografico di «Rassegna di architettura e urbanistica», 148, gennaio-aprile 2016. QUOD LIBET.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/154787
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