Il saggio tratta della sentenza della Corte di Cassazione n. 1025 del 21 gennaio 2015, in cui si chiarisce che le dimissioni possono essere rassegnate anche per fatti concludenti e una lunga assenza ingiustificata può essere interpretata come atto di dimissioni, ma solo se tali circostanze vengano accertate e dichiarate dal giudice. Difatti tale ipotesi non può essere prevista da una fonte negoziale, collettiva o individuale, poiché si risolverebbe in una clausola risolutiva espressa, contraria all’ordinamento legale della risoluzione del rapporto di lavoro.
Vallebona, A. (2015). Dimissioni per fatti concludenti e clausola risolutiva espressa. MASSIMARIO DI GIURISPRUDENZA DEL LAVORO, 769.
Dimissioni per fatti concludenti e clausola risolutiva espressa
VALLEBONA, ANTONIO
2015-01-01
Abstract
Il saggio tratta della sentenza della Corte di Cassazione n. 1025 del 21 gennaio 2015, in cui si chiarisce che le dimissioni possono essere rassegnate anche per fatti concludenti e una lunga assenza ingiustificata può essere interpretata come atto di dimissioni, ma solo se tali circostanze vengano accertate e dichiarate dal giudice. Difatti tale ipotesi non può essere prevista da una fonte negoziale, collettiva o individuale, poiché si risolverebbe in una clausola risolutiva espressa, contraria all’ordinamento legale della risoluzione del rapporto di lavoro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.