L’improvvisa comparsa e la repentina ritirata della clausola di non punibilità del 3% all’interno dello “Schema di decreto legislativo recante disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente” (che, in attuazione della delega contenuta all’art. 8 della legge 11 marzo 2014, n. 23, prevede al Titolo II la “revisione del sistema sanzionatorio”) esemplificano i limiti e i possibili effetti paradossali degli interventi in materia penale attuati mediante atti aventi forza di legge. Nello specifico, la vicenda condensa i più significativi tratti problematici della convivenza tra delega legislativa e ratio della riserva di legge: l’estrema genericità dei principi e dei criteri direttivi, che amplia gli spazi di manovra del Governo e frustra le potenzialità di controllo della Corte costituzionale; la scarsa trasparenza, che nel caso di specie non ha consentito di ricostruire con un adeguato livello di credibilità quando e da chi la causa di esclusione della punibilità sia stata inserita nel corpo del testo; il ruolo defilato delle Commissioni parlamentari, chiamate ad esprimere un parere e precedute dal ritiro del testo.
Cupelli, C. (2015). Gli atti aventi forza di legge in materia penale, la delega fiscale e i soliti sospetti. DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO, 2, 1-9.
Gli atti aventi forza di legge in materia penale, la delega fiscale e i soliti sospetti
CUPELLI, CRISTIANO
2015-02-22
Abstract
L’improvvisa comparsa e la repentina ritirata della clausola di non punibilità del 3% all’interno dello “Schema di decreto legislativo recante disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente” (che, in attuazione della delega contenuta all’art. 8 della legge 11 marzo 2014, n. 23, prevede al Titolo II la “revisione del sistema sanzionatorio”) esemplificano i limiti e i possibili effetti paradossali degli interventi in materia penale attuati mediante atti aventi forza di legge. Nello specifico, la vicenda condensa i più significativi tratti problematici della convivenza tra delega legislativa e ratio della riserva di legge: l’estrema genericità dei principi e dei criteri direttivi, che amplia gli spazi di manovra del Governo e frustra le potenzialità di controllo della Corte costituzionale; la scarsa trasparenza, che nel caso di specie non ha consentito di ricostruire con un adeguato livello di credibilità quando e da chi la causa di esclusione della punibilità sia stata inserita nel corpo del testo; il ruolo defilato delle Commissioni parlamentari, chiamate ad esprimere un parere e precedute dal ritiro del testo.File | Dimensione | Formato | |
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