Il tema centrale della percezione che accomuna la varietà dei testi accostati attraverso il concetto di Bilder, come recita il titolo di un gruppo di racconti nella raccolta Nachlass zu Lebzeiten, acquista una valenza particolare nel testo breve e poco indagato dalla critica Sarkophagdeckel, in cui è possibile rintracciare alcune costanti della poetica iconografica di Musil nel suo ambivalente oscillare fra indeterminatezza e precisione. La brevità del testo permette di svolgere una dettagliata analisi testuale, realizzata sia sul piano sincronico che su quello diacronico delle stesure e delle varianti. Il racconto coinvolge il lettore in un eckfrasis di invenzione traducendola in un’azione performativa del guardare. Il tempo viene annullato nella visione dell’istante, che produce a sua volta il salto dell’immaginazione: non si evoca un oggetto preciso, ma la tipologia di sarcofagi etruschi negli spazi di Villa Borghese. Chi legge è così reso partecipe di un processo di astrazione che abbandona l’istanza referenziale, interna alla concretezza visiva dell’oggetto, per approdare al terreno della trasfigurazione: in quanto mediatore pigmalionico della vita dell’arte, lo spettatore si fa garante della sua sopravvivenza nel tempo.
Catalano, G. (2011). Robert Musil: Immagini postume. CULTURA TEDESCA, 40, 123-132.
Robert Musil: Immagini postume
CATALANO, GABRIELLA
2011-01-01
Abstract
Il tema centrale della percezione che accomuna la varietà dei testi accostati attraverso il concetto di Bilder, come recita il titolo di un gruppo di racconti nella raccolta Nachlass zu Lebzeiten, acquista una valenza particolare nel testo breve e poco indagato dalla critica Sarkophagdeckel, in cui è possibile rintracciare alcune costanti della poetica iconografica di Musil nel suo ambivalente oscillare fra indeterminatezza e precisione. La brevità del testo permette di svolgere una dettagliata analisi testuale, realizzata sia sul piano sincronico che su quello diacronico delle stesure e delle varianti. Il racconto coinvolge il lettore in un eckfrasis di invenzione traducendola in un’azione performativa del guardare. Il tempo viene annullato nella visione dell’istante, che produce a sua volta il salto dell’immaginazione: non si evoca un oggetto preciso, ma la tipologia di sarcofagi etruschi negli spazi di Villa Borghese. Chi legge è così reso partecipe di un processo di astrazione che abbandona l’istanza referenziale, interna alla concretezza visiva dell’oggetto, per approdare al terreno della trasfigurazione: in quanto mediatore pigmalionico della vita dell’arte, lo spettatore si fa garante della sua sopravvivenza nel tempo.File | Dimensione | Formato | |
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