L’obiettivo dell’indagine svolta per questo lavoro di ricerca si è focalizzato sul ruolo che la Grecia e l’Italia ricoprirono nella formazione della linea di politica internazionale adottata dai policy-makers statunitensi nei confronti dell’Europa, nel cruciale periodo compreso tra il 1944 e il 1946: un ruolo che fu determinante nella formazione delle sfere di influenza, che dettero vita al bipolarismo caratterizzante la vicenda della guerra fredda. Quello che emerge dalle fonti archivistiche analizzate in questo lavoro è infatti una sostanziale novità relativa alla considerazione da parte statunitense della rilevanza che la situazione politica in Italia e Grecia ricoprì nella formazione degli equilibri postbellici. Il Mediterraneo emerge come un teatro centrale degli sviluppi della politica estera americana, proprio in relazione alle dinamiche della guerra fredda che si andavano sviluppando. La presenza di due forti movimenti di resistenza, all’interno dei quali i partiti comunisti avevano un ruolo predominante, e l’affermazione del consenso popolare di queste nuove forze nel periodo successivo alla liberazione, fu alla base della percezione - sia statunitense che britannica - che le due nazioni fossero entrambe esposte ad una seria minaccia comunista, che si sarebbe attuata mediante l’azione portata avanti dai partiti comunisti, considerati come una longa manus della politica sovietica nell’area. Le fonti americane prese in esame, a partire dalla documentazione declassificata negli anni ’80 fino ad arrivare alle nuove serie di carte rese disponibili nell’archivio nazionale di Washington nel corso degli anni ’90 e soprattutto dal 2002 al 2005, mostrano come le vicende dei due paesi mediterranei, nel periodo compreso tra il 1944 e il 1946, abbiano costituito un passaggio importante nella progressiva contrapposizione tra le potenze vincitrici, nell’ambito della formazione degli equilibri europei e della polarizzazione emergente. Le due nazioni, nel periodo a cavallo tra la fine della guerra mondiale e l’inizio del mondo bipolare, si trovarono ad essere il modello concreto su cui avrebbe preso forma il rapporto tra gli alleati per il futuro dopoguerra, e in particolar modo il rapporto tra Occidente e mondo sovietico. In relazione a questo panorama nasce l’esigenza di confrontare uno studio sistematico della nuova documentazione statunitense con i risultati della storiografia esistente, relativa all’atteggiamento degli Stati Uniti all’inizio della guerra fredda. Nonostante gli storici abbiano concentrato le loro indagini con molto profitto sulla storia del rapporto atlantico tra Washington e l’Europa, nel momento in cui le dinamiche del conflitto bipolare si ergevano all’orizzonte, e benché molto lavoro sia stato fatto per portare alla luce gli avvenimenti riguardanti le relazioni internazionali tra gli Stati Uniti e i singoli paesi europei, a tutt’oggi manca un’analisi comparativa della politica estera americana verso il Mediterraneo, verso i paesi dell’Europa meridionale, che proprio alla luce della nuova documentazione versata negli archivi di Washington emerge come un rapporto fondamentale per comprendere quando, e come, la guerra fredda ebbe origine. La cesura tra la presidenza Roosevelt e il mandato di Truman, alla luce della documentazione ora consultabile negli archivi di Washington, si presenta come uno spartiacque nella storia della politica estera americana, e proprio Grecia e Italia furono le prime due questioni nei rapporti interalleati che dettero occasione a tale frattura di manifestarsi con chiarezza. Con l’avvento della presidenza Truman assistiamo ad uno slittamento della politica estera americana verso un singolo obiettivo, quello dell’anticomunismo, considerato vitale per la salvaguardia degli interessi di sicurezza statunitensi. Ad una perdita di priorità dell’antifascismo dunque corrisponde, nella politica estera portata avanti dall’amministrazione Truman verso i due paesi mediterranei, un parallelo aumento della concentrazione sull’obiettivo anticomunista.

Guerrieri, S. (2010). Obiettivo Mediterraneo: la politica americana in Europa meridionale e le origini della guerra fredda, 1944-1946.

Obiettivo Mediterraneo: la politica americana in Europa meridionale e le origini della guerra fredda, 1944-1946

GUERRIERI, SIRIA
2010-08-03

Abstract

L’obiettivo dell’indagine svolta per questo lavoro di ricerca si è focalizzato sul ruolo che la Grecia e l’Italia ricoprirono nella formazione della linea di politica internazionale adottata dai policy-makers statunitensi nei confronti dell’Europa, nel cruciale periodo compreso tra il 1944 e il 1946: un ruolo che fu determinante nella formazione delle sfere di influenza, che dettero vita al bipolarismo caratterizzante la vicenda della guerra fredda. Quello che emerge dalle fonti archivistiche analizzate in questo lavoro è infatti una sostanziale novità relativa alla considerazione da parte statunitense della rilevanza che la situazione politica in Italia e Grecia ricoprì nella formazione degli equilibri postbellici. Il Mediterraneo emerge come un teatro centrale degli sviluppi della politica estera americana, proprio in relazione alle dinamiche della guerra fredda che si andavano sviluppando. La presenza di due forti movimenti di resistenza, all’interno dei quali i partiti comunisti avevano un ruolo predominante, e l’affermazione del consenso popolare di queste nuove forze nel periodo successivo alla liberazione, fu alla base della percezione - sia statunitense che britannica - che le due nazioni fossero entrambe esposte ad una seria minaccia comunista, che si sarebbe attuata mediante l’azione portata avanti dai partiti comunisti, considerati come una longa manus della politica sovietica nell’area. Le fonti americane prese in esame, a partire dalla documentazione declassificata negli anni ’80 fino ad arrivare alle nuove serie di carte rese disponibili nell’archivio nazionale di Washington nel corso degli anni ’90 e soprattutto dal 2002 al 2005, mostrano come le vicende dei due paesi mediterranei, nel periodo compreso tra il 1944 e il 1946, abbiano costituito un passaggio importante nella progressiva contrapposizione tra le potenze vincitrici, nell’ambito della formazione degli equilibri europei e della polarizzazione emergente. Le due nazioni, nel periodo a cavallo tra la fine della guerra mondiale e l’inizio del mondo bipolare, si trovarono ad essere il modello concreto su cui avrebbe preso forma il rapporto tra gli alleati per il futuro dopoguerra, e in particolar modo il rapporto tra Occidente e mondo sovietico. In relazione a questo panorama nasce l’esigenza di confrontare uno studio sistematico della nuova documentazione statunitense con i risultati della storiografia esistente, relativa all’atteggiamento degli Stati Uniti all’inizio della guerra fredda. Nonostante gli storici abbiano concentrato le loro indagini con molto profitto sulla storia del rapporto atlantico tra Washington e l’Europa, nel momento in cui le dinamiche del conflitto bipolare si ergevano all’orizzonte, e benché molto lavoro sia stato fatto per portare alla luce gli avvenimenti riguardanti le relazioni internazionali tra gli Stati Uniti e i singoli paesi europei, a tutt’oggi manca un’analisi comparativa della politica estera americana verso il Mediterraneo, verso i paesi dell’Europa meridionale, che proprio alla luce della nuova documentazione versata negli archivi di Washington emerge come un rapporto fondamentale per comprendere quando, e come, la guerra fredda ebbe origine. La cesura tra la presidenza Roosevelt e il mandato di Truman, alla luce della documentazione ora consultabile negli archivi di Washington, si presenta come uno spartiacque nella storia della politica estera americana, e proprio Grecia e Italia furono le prime due questioni nei rapporti interalleati che dettero occasione a tale frattura di manifestarsi con chiarezza. Con l’avvento della presidenza Truman assistiamo ad uno slittamento della politica estera americana verso un singolo obiettivo, quello dell’anticomunismo, considerato vitale per la salvaguardia degli interessi di sicurezza statunitensi. Ad una perdita di priorità dell’antifascismo dunque corrisponde, nella politica estera portata avanti dall’amministrazione Truman verso i due paesi mediterranei, un parallelo aumento della concentrazione sull’obiettivo anticomunista.
3-ago-2010
A.A. 2009/2010
Storia politica e sociale dell'Europa moderna e contemporanea
22.
Grecia e Italia; guerra fredda
Settore M-STO/04 - STORIA CONTEMPORANEA
Italian
Tesi di dottorato
Guerrieri, S. (2010). Obiettivo Mediterraneo: la politica americana in Europa meridionale e le origini della guerra fredda, 1944-1946.
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