«La bellezza, il vigore della vita non appartengono all'anima, bensì alla materia…». Così il grande scrittore J.-M. Le Clézio riassume riassume la tesi del suo ultimo libro (Estasi e materia), che potrebbe esser messa ad epigrafe di questa raccolta di Atti del Seminario internazionale svoltosi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma «Tor Vergata» nel 2006, sotto l’egida del Bureau culturel dell’Ambasciata di Francia a Roma : «Anima, mente, cervello. Liaisons dangereuses nello studio della mente tra filosofia e scienze medico-biologiche nei secoli XVII-XIX». Nel disegnare qui la parabola che il problema mente-corpo percorre, alle origini del pensiero moderno, con Descartes e i suoi critici, viene anche a sbozzarsi qui una storia della «morte dell’anima» (W. Barret) e dell’affermarsi universale – dichiarato o nascosto, consapevole o inconsapevole, accolto o più o meno ipocritamente respinto – del materialismo nelle scienze della mente. E nelle scienze in generetout court. Il libro è centrato sul motivo delle origini del Mind-Body Problem. Un problema che dopo Descartes e in particolare nella filosofia del Novecento, fino ad oggi, ha acquisito dimensioni eminentemente trans-disciplinari e scientifiche, implicando sempre più nel dibattito neurologi, neurobiologi, psicologi, linguisti e, infine, i filosofi. SNel presente volume s'indagano dunque le premesse storiche di tale interdisciplinarietà, nelle modalità per le quali la questione del dualismo cartesiano tra l'«anima immateriale» (pensiero e ragione: res cogitans) e il corpo fisico (materia e movimento: res extensa) s'è lentamente tradotta nella parallela questione dell'unità ovvero del monismo psico-fisico dell'essere umano. Innumerevoli risultano le conseguenze d'ordine antropologico, sociologico, medico e psicologico di cui tale questione è carica. Qui è in gioco qui appunto «la morte dell'anima». Da Descartes al pensiero medico e antropologico del secolo XIX, che raccoglierà l'audace sfida dei meccanicisti del secolo XVIII – di centrale importanza, in questanella presente raccolta – gli autori trattati intesero ridurre (o meglio ricondurre) quell'«anima immateriale» alle funzioni psico-fisiche eo fisico-meccaniche del cervello. L’Uomo-Macchina (J. O. de La Mettrie) è la metafora in certo modo inaugurale di quella sfida, di cui illa nostra ricerca nostro Seminario ha inteso descrivere le origini. Sfida di grande portata filosofica e scientifica, in larga misura ancora oggi aperta. Atti del Seminario Internazionale su : «Anima, mente, cervello. Liaisons dangereuses nello studio della mente tra filosofia e scienze medico-biologiche nei secoli 17-19», Università di Roma Tor Vergata, aprile-maggio 2006, in collaborazione con il "Bureau de Coopération Linguistique et artistique" (BCLA) dell'Ambasciata di Francia in Italia
Quintili, P. (a cura di). (2009). Anima, mente e cervello : alle origini del problema mente-corpo, da Descartes all'Ottocento. Milano : Unicopli.
Anima, mente e cervello : alle origini del problema mente-corpo, da Descartes all'Ottocento
QUINTILI, PAOLO
2009-01-01
Abstract
«La bellezza, il vigore della vita non appartengono all'anima, bensì alla materia…». Così il grande scrittore J.-M. Le Clézio riassume riassume la tesi del suo ultimo libro (Estasi e materia), che potrebbe esser messa ad epigrafe di questa raccolta di Atti del Seminario internazionale svoltosi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma «Tor Vergata» nel 2006, sotto l’egida del Bureau culturel dell’Ambasciata di Francia a Roma : «Anima, mente, cervello. Liaisons dangereuses nello studio della mente tra filosofia e scienze medico-biologiche nei secoli XVII-XIX». Nel disegnare qui la parabola che il problema mente-corpo percorre, alle origini del pensiero moderno, con Descartes e i suoi critici, viene anche a sbozzarsi qui una storia della «morte dell’anima» (W. Barret) e dell’affermarsi universale – dichiarato o nascosto, consapevole o inconsapevole, accolto o più o meno ipocritamente respinto – del materialismo nelle scienze della mente. E nelle scienze in generetout court. Il libro è centrato sul motivo delle origini del Mind-Body Problem. Un problema che dopo Descartes e in particolare nella filosofia del Novecento, fino ad oggi, ha acquisito dimensioni eminentemente trans-disciplinari e scientifiche, implicando sempre più nel dibattito neurologi, neurobiologi, psicologi, linguisti e, infine, i filosofi. SNel presente volume s'indagano dunque le premesse storiche di tale interdisciplinarietà, nelle modalità per le quali la questione del dualismo cartesiano tra l'«anima immateriale» (pensiero e ragione: res cogitans) e il corpo fisico (materia e movimento: res extensa) s'è lentamente tradotta nella parallela questione dell'unità ovvero del monismo psico-fisico dell'essere umano. Innumerevoli risultano le conseguenze d'ordine antropologico, sociologico, medico e psicologico di cui tale questione è carica. Qui è in gioco qui appunto «la morte dell'anima». Da Descartes al pensiero medico e antropologico del secolo XIX, che raccoglierà l'audace sfida dei meccanicisti del secolo XVIII – di centrale importanza, in questanella presente raccolta – gli autori trattati intesero ridurre (o meglio ricondurre) quell'«anima immateriale» alle funzioni psico-fisiche eo fisico-meccaniche del cervello. L’Uomo-Macchina (J. O. de La Mettrie) è la metafora in certo modo inaugurale di quella sfida, di cui illa nostra ricerca nostro Seminario ha inteso descrivere le origini. Sfida di grande portata filosofica e scientifica, in larga misura ancora oggi aperta. Atti del Seminario Internazionale su : «Anima, mente, cervello. Liaisons dangereuses nello studio della mente tra filosofia e scienze medico-biologiche nei secoli 17-19», Università di Roma Tor Vergata, aprile-maggio 2006, in collaborazione con il "Bureau de Coopération Linguistique et artistique" (BCLA) dell'Ambasciata di Francia in ItaliaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.