L’opera che ho preso in esame, i Fragmenta Augustodunensia, nell’ambito del gruppo di studio delle fonti per Ravenna Capitale 2014, si presenta come una parafrasi non esaustiva delle Institutiones gaiane. Possediamo, dell’opera, il primo, il secondo e il quarto libro. Recentemente è stato possibile leggere alcune tracce di lemmi nel fol. 98, precedentemente illeggibili, nella scriptura inferior del codice palinsesto che la conserva (Cfr. J.-D., Rodrìguez Martìn, Nuevo Texto en los Fragmenta Augustodunensia: analisi y primeras pruebas fotogràficas, in SLHR 17, 2014, 1ss. ) Nonostante l’opinio communis consideri l’opera come un commento di natura meramente scolastica, a mio avviso essa presenta alcuni indizi di un suo possibile impiego anche nella prassi normativa occidentale. Oltre al fatto che la materia processuale è ampiamente trattata, nella forma del processo formulare, in essa vi sono alcuni indizi di adattamento all’età coeva e, analizzata passo per passo, denota un perspicuo interesse ad alcuni temi utili nella prassi. Certo è che qualsiasi ipotesi si possa avanzare, essa troverà una risposta, o la nascita di ulteriori domande, nel confronto con le fonti occidentali dei secoli IV e VIII: ad ora, confrontando i Fragmenta con le Institutiones di Gaio, l’Epitome Gai e le Pauli Sententiae si può dire che la prima presenta un contenuto processuale “classico” spiccato, laddove l’Epitome tratta solo gli istituti privatistici e non interpreta il processo e laddove le Pauli Sententiae presentano una prevalenza del processo criminale rispetto a quello privato, descritto nei due modi operandi delle formulae e delle cognitiones.
Bianchi, P. (2015). Sui Fragmenta Augustodunensia e il processo. In G. Bassanelli-Sommariva, S. Tarozzi, P. Biavaschi (a cura di), Ravenna Capitale: Giudizi, giudici e norme processuali in Occidente nei secoli IV-VII (pp. 1-48). Maggioli.
Sui Fragmenta Augustodunensia e il processo
Bianchi, P
2015-12-01
Abstract
L’opera che ho preso in esame, i Fragmenta Augustodunensia, nell’ambito del gruppo di studio delle fonti per Ravenna Capitale 2014, si presenta come una parafrasi non esaustiva delle Institutiones gaiane. Possediamo, dell’opera, il primo, il secondo e il quarto libro. Recentemente è stato possibile leggere alcune tracce di lemmi nel fol. 98, precedentemente illeggibili, nella scriptura inferior del codice palinsesto che la conserva (Cfr. J.-D., Rodrìguez Martìn, Nuevo Texto en los Fragmenta Augustodunensia: analisi y primeras pruebas fotogràficas, in SLHR 17, 2014, 1ss. ) Nonostante l’opinio communis consideri l’opera come un commento di natura meramente scolastica, a mio avviso essa presenta alcuni indizi di un suo possibile impiego anche nella prassi normativa occidentale. Oltre al fatto che la materia processuale è ampiamente trattata, nella forma del processo formulare, in essa vi sono alcuni indizi di adattamento all’età coeva e, analizzata passo per passo, denota un perspicuo interesse ad alcuni temi utili nella prassi. Certo è che qualsiasi ipotesi si possa avanzare, essa troverà una risposta, o la nascita di ulteriori domande, nel confronto con le fonti occidentali dei secoli IV e VIII: ad ora, confrontando i Fragmenta con le Institutiones di Gaio, l’Epitome Gai e le Pauli Sententiae si può dire che la prima presenta un contenuto processuale “classico” spiccato, laddove l’Epitome tratta solo gli istituti privatistici e non interpreta il processo e laddove le Pauli Sententiae presentano una prevalenza del processo criminale rispetto a quello privato, descritto nei due modi operandi delle formulae e delle cognitiones.File | Dimensione | Formato | |
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