È noto da tempo che esiste una correlazione tra tumori e invecchiamento, dovuta a modificazioni della biologia cellulare e ad una riduzione della riserva funzionale dei vari organi, sempre più marcate con il progredire dell’età. Nell’anziano sia la presenza di comorbidità sia le alterazioni fisiologiche della farmacocinetica riducono ulteriormente le prospettive terapeutiche e suggeriscono l’importanza di una valutazione multidimensionale del paziente oncologico nonchè la formulazione di modelli predittivi di rischio, al fine di stimare la speranza di vita e la tolleranza ai trattamenti. Seminari di Ematologia Oncologica ha voluto dedicare questo numero ad alcune delle emopatie neoplastiche che più frequentemente colpiscono l’età avanzata, la cui incidenza è destinata ad aumentare dal momento che è previsto un progressivo invecchiamento della popolazione. La leucemia mieloide acuta è una malattia prevalente nei pazienti anziani, fino ad ora poco rappresentati negli studi clinici controllati per la scarsa “compliance” e l’elevata incidenza di una tossicità postchemioterapica. Tuttavia negli ultimi anni l’introduzione di algoritmi prognostici e di efficaci terapie di supporto hanno permesso l’impiego di chemioterapie più aggressive, mentre nei pazienti con caratteristiche biologiche sfavorevoli i nuovi farmaci epigenetici alimentano concrete speranze. Anche nella leucemia linfoblastica acuta l’esperienza sull’anziano è circoscritta a poche casistiche. La percezione è che in questa malattia i limiti dei trattamenti chemioterapici siano stati raggiunti e che un ulteriore miglioramento dei risultati debba basarsi sulla disponibilità di nuove terapie biologiche ad alta specificità e selettività. Un aspetto peculiare dell’invecchiamento è l’incremento del fattore di crescita linfocitario interleuchina6 che nei pazienti con linfoma maligno condiziona una cattiva prognosi. Quest’ultima può essere migliorata da una preliminare valutazione biologica e clinica che permetta di limitare gli intenti curativi della polichemioterapia tradizionale ai soggetti senza comorbidità e di trattare i pazienti più “fragili” con regimi meno tossici e/o con i nuovi farmaci a prevalente attività immunomodulante.

Ferrara, F., Izzo, T., Venditti, A. (2010). La leucemia mieloide acuta nell’anziano.. In Giorgio Lambertenghi Deliliers. (a cura di), L'anziano in oncoematologia. (pp. 51-72). Pavia : Edizioni Internazionali srl.

La leucemia mieloide acuta nell’anziano.

VENDITTI, ADRIANO
2010-01-01

Abstract

È noto da tempo che esiste una correlazione tra tumori e invecchiamento, dovuta a modificazioni della biologia cellulare e ad una riduzione della riserva funzionale dei vari organi, sempre più marcate con il progredire dell’età. Nell’anziano sia la presenza di comorbidità sia le alterazioni fisiologiche della farmacocinetica riducono ulteriormente le prospettive terapeutiche e suggeriscono l’importanza di una valutazione multidimensionale del paziente oncologico nonchè la formulazione di modelli predittivi di rischio, al fine di stimare la speranza di vita e la tolleranza ai trattamenti. Seminari di Ematologia Oncologica ha voluto dedicare questo numero ad alcune delle emopatie neoplastiche che più frequentemente colpiscono l’età avanzata, la cui incidenza è destinata ad aumentare dal momento che è previsto un progressivo invecchiamento della popolazione. La leucemia mieloide acuta è una malattia prevalente nei pazienti anziani, fino ad ora poco rappresentati negli studi clinici controllati per la scarsa “compliance” e l’elevata incidenza di una tossicità postchemioterapica. Tuttavia negli ultimi anni l’introduzione di algoritmi prognostici e di efficaci terapie di supporto hanno permesso l’impiego di chemioterapie più aggressive, mentre nei pazienti con caratteristiche biologiche sfavorevoli i nuovi farmaci epigenetici alimentano concrete speranze. Anche nella leucemia linfoblastica acuta l’esperienza sull’anziano è circoscritta a poche casistiche. La percezione è che in questa malattia i limiti dei trattamenti chemioterapici siano stati raggiunti e che un ulteriore miglioramento dei risultati debba basarsi sulla disponibilità di nuove terapie biologiche ad alta specificità e selettività. Un aspetto peculiare dell’invecchiamento è l’incremento del fattore di crescita linfocitario interleuchina6 che nei pazienti con linfoma maligno condiziona una cattiva prognosi. Quest’ultima può essere migliorata da una preliminare valutazione biologica e clinica che permetta di limitare gli intenti curativi della polichemioterapia tradizionale ai soggetti senza comorbidità e di trattare i pazienti più “fragili” con regimi meno tossici e/o con i nuovi farmaci a prevalente attività immunomodulante.
2010
Settore MED/15 - MALATTIE DEL SANGUE
Italian
Rilevanza nazionale
Capitolo o saggio
leucemia mieloide acuta; pazienti anziani; fattori prognostici, farmaci innovativi.
Ferrara, F., Izzo, T., Venditti, A. (2010). La leucemia mieloide acuta nell’anziano.. In Giorgio Lambertenghi Deliliers. (a cura di), L'anziano in oncoematologia. (pp. 51-72). Pavia : Edizioni Internazionali srl.
Ferrara, F; Izzo, T; Venditti, A
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