Il libro rappresenta il tentativo di ripensare la disciplina dell’estetica filosofica alla luce delle sfide del cosiddetto multiculturalismo e dell’incontro con le problematiche legate agli studi culturali. Abbracciando una visione pluralistica e inclusiva, l’estetica dovrebbe smettere di pensarsi come una disciplina pura e autosufficiente e confrontarsi criticamente con l’orizzonte aperto dagli studi culturali, e cioè con quell’insieme di discipline che intendono la cultura come espressione di messaggi molto complessi, la cui decodifica richiede conoscenze sofisticate e agilità di pensiero, nonché un sapere critico vasto, articolato e soprattutto flessibile. Facendo interagire la riflessione estetica con la prospettiva degli studi culturali, l’estetica punta così a superare un punto di vista etnocentrico e a misurarsi con le esperienze marginali o alternative del sentire contemporaneo, senza sottrarsi all’esperienza del conflitto e della differenza. In questo senso il libro propone di pensare le categorie estetiche in termini di pratiche culturali, dando vita a una teoria dei beni simbolici, o una scienza degli artefatti culturali, aperta verso tutte le forme della cultura, della società e del sentire contemporanei.
Patella, G. (2005). Estetica culturale. Oltre il multiculturalismo. Roma : Meltemi.
Estetica culturale. Oltre il multiculturalismo
PATELLA, GIUSEPPE
2005-01-01
Abstract
Il libro rappresenta il tentativo di ripensare la disciplina dell’estetica filosofica alla luce delle sfide del cosiddetto multiculturalismo e dell’incontro con le problematiche legate agli studi culturali. Abbracciando una visione pluralistica e inclusiva, l’estetica dovrebbe smettere di pensarsi come una disciplina pura e autosufficiente e confrontarsi criticamente con l’orizzonte aperto dagli studi culturali, e cioè con quell’insieme di discipline che intendono la cultura come espressione di messaggi molto complessi, la cui decodifica richiede conoscenze sofisticate e agilità di pensiero, nonché un sapere critico vasto, articolato e soprattutto flessibile. Facendo interagire la riflessione estetica con la prospettiva degli studi culturali, l’estetica punta così a superare un punto di vista etnocentrico e a misurarsi con le esperienze marginali o alternative del sentire contemporaneo, senza sottrarsi all’esperienza del conflitto e della differenza. In questo senso il libro propone di pensare le categorie estetiche in termini di pratiche culturali, dando vita a una teoria dei beni simbolici, o una scienza degli artefatti culturali, aperta verso tutte le forme della cultura, della società e del sentire contemporanei.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.