Dal testo «Dei Portici antichi» (1656) -redatto dal geografo e filologo Luca Holstenio su incarico di papa Alessandro VII Chigi- prende le mosse la progettazione di piazza San Pietro. Si tratta di una erudita ricerca storica volta a individuare exempla dell’architettura ellenistica e romana da prendere a modello per il disegno della piazza. Sulla scorta di queste riflessioni e di precise indicazioni dettate da papa Chigi, Gian Lorenzo Bernini organizza un orlo trasparente che a fronte della monumentale sequenza assiale della Basilica, del sagrato, dell’ovale centrato sull’obelisco, riesce a introiettare le più domestiche quinte urbane dei Borghi vaticani senza che per questo lo spazio della piazza ne sia definito. Ma come si è arrivati a tradurre il modello letterario in questa monumentale quinta lapidea traforata che disciplina e modella le relazioni fisiche tra la piazza e il costruito al contorno? Oltre all’ambizioso intento ideologico e rappresentativo, quali sono le motivazioni pratiche che hanno determinato il passaggio dal sistema statico archivoltato del primo progetto a quello trabeato-archivoltato del colonnato tetrastilo della configurazione finale? Come è stato organizzato un cantiere che non è azzardato definire “anacronistico” per il massivo impiego della pietra da taglio rispetto ai modi del costruire tra XVI secolo e il XVII? Il mio contributo affronta questi aspetti dell’impresa focalizzando l’intimo legame tra le forme dell’architettura di questa Machina Heroica (secondo la definizione del tempo) e la sua costruzione.
D'Amelio, M.g. (2012). Il colonnato calcidico di piazza San Pietro a Roma: immagine, disegno e realizzazione architettonica (1656-1667). In M. Volpiano (a cura di), Il cantiere storico. Organizzazione, mestieri, tecniche costruttive (pp. 54-71). Savigliano : L'Artistica Editrice.
Il colonnato calcidico di piazza San Pietro a Roma: immagine, disegno e realizzazione architettonica (1656-1667)
D'AMELIO, MARIA GRAZIA
2012-10-01
Abstract
Dal testo «Dei Portici antichi» (1656) -redatto dal geografo e filologo Luca Holstenio su incarico di papa Alessandro VII Chigi- prende le mosse la progettazione di piazza San Pietro. Si tratta di una erudita ricerca storica volta a individuare exempla dell’architettura ellenistica e romana da prendere a modello per il disegno della piazza. Sulla scorta di queste riflessioni e di precise indicazioni dettate da papa Chigi, Gian Lorenzo Bernini organizza un orlo trasparente che a fronte della monumentale sequenza assiale della Basilica, del sagrato, dell’ovale centrato sull’obelisco, riesce a introiettare le più domestiche quinte urbane dei Borghi vaticani senza che per questo lo spazio della piazza ne sia definito. Ma come si è arrivati a tradurre il modello letterario in questa monumentale quinta lapidea traforata che disciplina e modella le relazioni fisiche tra la piazza e il costruito al contorno? Oltre all’ambizioso intento ideologico e rappresentativo, quali sono le motivazioni pratiche che hanno determinato il passaggio dal sistema statico archivoltato del primo progetto a quello trabeato-archivoltato del colonnato tetrastilo della configurazione finale? Come è stato organizzato un cantiere che non è azzardato definire “anacronistico” per il massivo impiego della pietra da taglio rispetto ai modi del costruire tra XVI secolo e il XVII? Il mio contributo affronta questi aspetti dell’impresa focalizzando l’intimo legame tra le forme dell’architettura di questa Machina Heroica (secondo la definizione del tempo) e la sua costruzione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
4_DAMELIO PIAZZA SAN PIETRO.pdf
solo utenti autorizzati
Licenza:
Copyright dell'editore
Dimensione
438.74 kB
Formato
Adobe PDF
|
438.74 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.