Il libro si propone di presentare e interpretare il pensiero estetico del filosofo ibero-americano George Santayana, la cui vasta produzione filosofica in lingua inglese, di recente ritornata al centro dell’attenzione internazionale, soprattutto in ambito ispano-americano, rimane ancora tutta da scoprire. Nel libro vengono approfonditi i capisaldi della meditazione di Santayana sulla bellezza, sull’arte e più in generale sulla dimensione del sentire, che un ruolo preponderante occupa all’interno del suo pensiero. La concezione estetica di Santayana, che privilegia la centralità della bellezza come esperienza vitale, che non è interessata alla ricerca della bellezza in sé, quanto piuttosto ad interrogarsi sul modo in cui noi la percepiamo e sul significato che ad essa attribuiamo, cerca nella natura e nell’esperienza, nell’uomo e nel suo mondo le fonti, i materiali e le forme della bellezza e dell’arte. In questo senso la sua riflessione estetica, tutt’altro che accademica e paludata, non ha nulla a che vedere con la tradizione idealistica continentale, né con quella americana da essa derivata, con le loro vacue astrazioni e concettualizzazioni, è piuttosto improntata ad una mediterranea “ragionevolezza”, partendo sempre dall’esperienza, dal senso comune e dalla realtà della vita. L’intento che muove il libro non è pertanto quello di annunciare il ritorno di un pensatore inattuale, quanto piuttosto quello di far emergere uno sguardo nuovo verso quell’antico sentire mediterraneo cui l’estetica di Santayana fornisce un notevole contributo, facendoci scoprire un’esperienza più ampia del sentire e una visione più articolata della ragione e della vita.
Patella, G. (2010). Belleza, arte y vida. Valencia : PUV.
Belleza, arte y vida
PATELLA, GIUSEPPE
2010-01-01
Abstract
Il libro si propone di presentare e interpretare il pensiero estetico del filosofo ibero-americano George Santayana, la cui vasta produzione filosofica in lingua inglese, di recente ritornata al centro dell’attenzione internazionale, soprattutto in ambito ispano-americano, rimane ancora tutta da scoprire. Nel libro vengono approfonditi i capisaldi della meditazione di Santayana sulla bellezza, sull’arte e più in generale sulla dimensione del sentire, che un ruolo preponderante occupa all’interno del suo pensiero. La concezione estetica di Santayana, che privilegia la centralità della bellezza come esperienza vitale, che non è interessata alla ricerca della bellezza in sé, quanto piuttosto ad interrogarsi sul modo in cui noi la percepiamo e sul significato che ad essa attribuiamo, cerca nella natura e nell’esperienza, nell’uomo e nel suo mondo le fonti, i materiali e le forme della bellezza e dell’arte. In questo senso la sua riflessione estetica, tutt’altro che accademica e paludata, non ha nulla a che vedere con la tradizione idealistica continentale, né con quella americana da essa derivata, con le loro vacue astrazioni e concettualizzazioni, è piuttosto improntata ad una mediterranea “ragionevolezza”, partendo sempre dall’esperienza, dal senso comune e dalla realtà della vita. L’intento che muove il libro non è pertanto quello di annunciare il ritorno di un pensatore inattuale, quanto piuttosto quello di far emergere uno sguardo nuovo verso quell’antico sentire mediterraneo cui l’estetica di Santayana fornisce un notevole contributo, facendoci scoprire un’esperienza più ampia del sentire e una visione più articolata della ragione e della vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.