E' evidente come l’importanza che, nell’ambito dell’ordinamento dell’Unione europea, viene assegnata al principio di eguaglianza o di non-discriminazione continua a crescere. La moltiplicazione dei criteri di discriminazione vietati dal diritto primario e derivato dell’Unione ne è buon testimone. Altrettanto può dirsi della considerevole mole di giurisprudenza che continua ad occuparsi dell’uno o dell’altro profilo del principio. Di questa giurisprudenza, alcuni significativi esempi sono oggetto di specifico studio nella Seconda parte del volume, ma un’idea della costante e massiccia attività interpretativa messa in atto dalla Corte di giustizia anche negli ultimi anni risulta con chiarezza dai contributi della Prima parte, dedicati ai profili generali del tema. In questa stessa chiave può essere letto l’atteggiamento della giurisprudenza che sempre più spesso si riferisce all’esistenza di un principio generale di non-discriminazione non soltanto, come avveniva in passato, per sottolinearne l’importanza e il carattere inderogabile, ma anche per farne applicazione in ipotesi non coperte da alcuno dei divieti normativamente previsti.
Daniele, L. (2011). Conclusioni. In G.B. Isabella Castangia (a cura di), Il principio di non discriminazione nel diritto dell'Unione europea (pp. 271-276). Napoli : Editoriale Scientifica.
Conclusioni
DANIELE, LUIGI
2011-01-01
Abstract
E' evidente come l’importanza che, nell’ambito dell’ordinamento dell’Unione europea, viene assegnata al principio di eguaglianza o di non-discriminazione continua a crescere. La moltiplicazione dei criteri di discriminazione vietati dal diritto primario e derivato dell’Unione ne è buon testimone. Altrettanto può dirsi della considerevole mole di giurisprudenza che continua ad occuparsi dell’uno o dell’altro profilo del principio. Di questa giurisprudenza, alcuni significativi esempi sono oggetto di specifico studio nella Seconda parte del volume, ma un’idea della costante e massiccia attività interpretativa messa in atto dalla Corte di giustizia anche negli ultimi anni risulta con chiarezza dai contributi della Prima parte, dedicati ai profili generali del tema. In questa stessa chiave può essere letto l’atteggiamento della giurisprudenza che sempre più spesso si riferisce all’esistenza di un principio generale di non-discriminazione non soltanto, come avveniva in passato, per sottolinearne l’importanza e il carattere inderogabile, ma anche per farne applicazione in ipotesi non coperte da alcuno dei divieti normativamente previsti.File | Dimensione | Formato | |
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