L’articolo esamina una circostanza anomala nella produzione cantatistica di Vivaldi, rappresentata da uno dei pochissimi casi in cui una sua cantata si trova al di fuori delle fonti “monografiche”: si tratta della cantata Che giova il sospirar che si trova nel manoscritto segnato Ed. 82b conservato nella collezione appartenuta al duca Anton Ulrich di Sassonia-Coburgo-Meiningen ora nel Max Reger Archiv di Meiningen. Questo pezzo si trova in un gruppo di dodici cantata di Nicola Porpora, Domenico Nannini (Nanini), G. Francesco Brusa, Giuseppe De Majo, Francesco Stiparoli, Mauro D’Alay di musicisti cieè che, direttamente o indirettamente, possono essere messi in relazione o con Vivaldi stesso o più generalmente con l’ambiente veneziano della seconda metà degli anni Venti. L’esame di questo singolo manoscritto nella sua struttura e nella sua organizzazione, intenzionale o meno, ha portato alla scoperta di un regolare riuso, all’interno di cantata, di arie tratte da opera sia dello stesso autore (nel caso di Francesco Brusa) sia di altri musicisti, aprendo così la questione dellla circolazione e dei modi di fruizione di questo repertorio.
Gialdroni, T.m. (2008). Vivaldi, la cantata e gli altri: ancora sul manoscritto di Meiningen Ed.82b. STUDI MUSICALI, 37(2), 359-386.
Vivaldi, la cantata e gli altri: ancora sul manoscritto di Meiningen Ed.82b
GIALDRONI, TERESA MARIA
2008-01-01
Abstract
L’articolo esamina una circostanza anomala nella produzione cantatistica di Vivaldi, rappresentata da uno dei pochissimi casi in cui una sua cantata si trova al di fuori delle fonti “monografiche”: si tratta della cantata Che giova il sospirar che si trova nel manoscritto segnato Ed. 82b conservato nella collezione appartenuta al duca Anton Ulrich di Sassonia-Coburgo-Meiningen ora nel Max Reger Archiv di Meiningen. Questo pezzo si trova in un gruppo di dodici cantata di Nicola Porpora, Domenico Nannini (Nanini), G. Francesco Brusa, Giuseppe De Majo, Francesco Stiparoli, Mauro D’Alay di musicisti cieè che, direttamente o indirettamente, possono essere messi in relazione o con Vivaldi stesso o più generalmente con l’ambiente veneziano della seconda metà degli anni Venti. L’esame di questo singolo manoscritto nella sua struttura e nella sua organizzazione, intenzionale o meno, ha portato alla scoperta di un regolare riuso, all’interno di cantata, di arie tratte da opera sia dello stesso autore (nel caso di Francesco Brusa) sia di altri musicisti, aprendo così la questione dellla circolazione e dei modi di fruizione di questo repertorio.File | Dimensione | Formato | |
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