L’individuazione di indirizzi di politiche territoriali differenziate per la gestione dei rifiuti nell’ambito della Regione Lazio e dei casi studio (Rieti e Castelli Romani) individuati dal progetto Mo.Re&Mo.Re si fonda sui contenuti nell’Asse 2.1 (ottimizzare il sistema di gestione dei rifiuti e attivare le filiere produttive connesse al riutilizzo, reimpiego, riciclaggio e recupero di materia ed energia) della Carta di Lipsia (TOLEDO INFORMAL MINISTERIAL MEETING ON URBAN DEVELOPMENT CONCLUSIONS, 2010) per individuare procedure che consentano ai singoli Comuni, alle Province di riferimento e alla Regione di sostenere le imprese locali nell’avvio di specifici e differenziati processi di pianificazione e gestione, senza che ciò pregiudichi l’equità nell’azione, o, in termini economico-territoriali, il vantaggio competitivo offerto dall’azione di riuso/riciclaggio (buone pratiche di sostenibilità). Il contesto europeo fornisce in questo senso numerose indicazioni a scala regionale nel periodo 2010-2012 (ESPON 2013), cui si sommano gli indirizzi della “Territorial Agenda 2011” e le indicazioni settoriali prodotte dal Consiglio Superiore dei LP nel 2011 (raccolta, smaltimento e riciclo di inerti). Mentre nei passati decenni il riferimento principale anche nell’ambito industriale era la termovalorizzazione, cioè la produzione di energia dai rifiuti, molteplici esperienze si orientano oggi ad una visione complessiva dei flussi sia di materiali che di energia che sono potenzialmente scambiabili nell’ambito di complessi industriali più o meno concentrati. Si tratta del modello detto della Simbiosi Industriale, nel quale l’obbiettivo è quello di ‘chiudere i cicli’, cioè garantire che produzione e consumo di energia, consumo di materie prime, produzione e gestione dei residui produttivi sia integrato in uno sviluppo industriale che impieghi gli scarti di un processo industriale come input di produzione per altri processi. Frosch e Gallopoulos (1989) ne hanno descritto il concetto di fondo riferendosi al cosiddetto “ecosistema industriale”, in cui “il consumo di energia e di materiali è ottimizzato e gli effluenti di un processo possono servire come materie prime per un altro processo”. Questo approccio si è rivelato particolarmente utile sia nel caso di ristrutturazione di siti industriali esistenti, legati molto spesso ad aree urbane in declino, sia come strumento di pianificazione per nuovi parchi industriali. Infatti i progetti che ne hanno adottato la filosofia si sono dimostrati più semplici da implementare e di maggior successo dal momento che le imprese coinvolte devono essere in possesso o devono sviluppare una relazione di fiducia e riconoscere i benefici reciproci nel collaborare al progetto. Ma perché un tale approccio sia efficace è necessario che si iscriva nel sistema della pianificazione e della programmazione dell’ambito interessato, cioè si iscriva nella strategia integrata di sviluppo territoriale che il territorio appunto esprime. Non si tratta quindi solo di considerare le singole iniziative di settore, politica industriale, politica energetica, gestione dei rifiuti, ma il complesso delle azioni e dei soggetti che devono intervenire per raggiungere l’obbiettivo. Questa parte, conclusiva e di indirizzo politico del progetto Mo.Re&Mo.Re, individua, a partire dal riferimento normativo di livello europeo, alcuni percorsi applicativi e d’indirizzo per la gestione dei rifiuti in relazione al modello di “simbiosi industriale” applicato al caso di studio “Castelli Romani”, che va considerato, nella impostazione generale del progetto, un esempio applicativo di un percorso progettuale virtuoso per l’applicazione del modello a qualsiasi ambito.
Prezioso, M., D'Orazio, A., Paolini, F. (2012). Politiche territoriali per il riutilizzo dei rifiuti da attività produttive [Rapporto tecnico].
Politiche territoriali per il riutilizzo dei rifiuti da attività produttive
PREZIOSO, MARIA;D'ORAZIO, ANGELA;
2012-01-01
Abstract
L’individuazione di indirizzi di politiche territoriali differenziate per la gestione dei rifiuti nell’ambito della Regione Lazio e dei casi studio (Rieti e Castelli Romani) individuati dal progetto Mo.Re&Mo.Re si fonda sui contenuti nell’Asse 2.1 (ottimizzare il sistema di gestione dei rifiuti e attivare le filiere produttive connesse al riutilizzo, reimpiego, riciclaggio e recupero di materia ed energia) della Carta di Lipsia (TOLEDO INFORMAL MINISTERIAL MEETING ON URBAN DEVELOPMENT CONCLUSIONS, 2010) per individuare procedure che consentano ai singoli Comuni, alle Province di riferimento e alla Regione di sostenere le imprese locali nell’avvio di specifici e differenziati processi di pianificazione e gestione, senza che ciò pregiudichi l’equità nell’azione, o, in termini economico-territoriali, il vantaggio competitivo offerto dall’azione di riuso/riciclaggio (buone pratiche di sostenibilità). Il contesto europeo fornisce in questo senso numerose indicazioni a scala regionale nel periodo 2010-2012 (ESPON 2013), cui si sommano gli indirizzi della “Territorial Agenda 2011” e le indicazioni settoriali prodotte dal Consiglio Superiore dei LP nel 2011 (raccolta, smaltimento e riciclo di inerti). Mentre nei passati decenni il riferimento principale anche nell’ambito industriale era la termovalorizzazione, cioè la produzione di energia dai rifiuti, molteplici esperienze si orientano oggi ad una visione complessiva dei flussi sia di materiali che di energia che sono potenzialmente scambiabili nell’ambito di complessi industriali più o meno concentrati. Si tratta del modello detto della Simbiosi Industriale, nel quale l’obbiettivo è quello di ‘chiudere i cicli’, cioè garantire che produzione e consumo di energia, consumo di materie prime, produzione e gestione dei residui produttivi sia integrato in uno sviluppo industriale che impieghi gli scarti di un processo industriale come input di produzione per altri processi. Frosch e Gallopoulos (1989) ne hanno descritto il concetto di fondo riferendosi al cosiddetto “ecosistema industriale”, in cui “il consumo di energia e di materiali è ottimizzato e gli effluenti di un processo possono servire come materie prime per un altro processo”. Questo approccio si è rivelato particolarmente utile sia nel caso di ristrutturazione di siti industriali esistenti, legati molto spesso ad aree urbane in declino, sia come strumento di pianificazione per nuovi parchi industriali. Infatti i progetti che ne hanno adottato la filosofia si sono dimostrati più semplici da implementare e di maggior successo dal momento che le imprese coinvolte devono essere in possesso o devono sviluppare una relazione di fiducia e riconoscere i benefici reciproci nel collaborare al progetto. Ma perché un tale approccio sia efficace è necessario che si iscriva nel sistema della pianificazione e della programmazione dell’ambito interessato, cioè si iscriva nella strategia integrata di sviluppo territoriale che il territorio appunto esprime. Non si tratta quindi solo di considerare le singole iniziative di settore, politica industriale, politica energetica, gestione dei rifiuti, ma il complesso delle azioni e dei soggetti che devono intervenire per raggiungere l’obbiettivo. Questa parte, conclusiva e di indirizzo politico del progetto Mo.Re&Mo.Re, individua, a partire dal riferimento normativo di livello europeo, alcuni percorsi applicativi e d’indirizzo per la gestione dei rifiuti in relazione al modello di “simbiosi industriale” applicato al caso di studio “Castelli Romani”, che va considerato, nella impostazione generale del progetto, un esempio applicativo di un percorso progettuale virtuoso per l’applicazione del modello a qualsiasi ambito.File | Dimensione | Formato | |
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