Questo libro lo dirà ancora. Non dirà più di quanto è già stato detto sull’argomento «religioni», ma lo dirà di nuovo. Non si tratta di fare della lotta contro l’alienazione religiosa una nuova religione. Niente crociate, nell’analisi delle ragioni storiche per le quali, al principio del secolo XXI, un nuovo spettro sembra aggirarsi per l’Europa, dai «bassifondi» oscuri della civilizzazione, non solo di marca islamica. Non è lo «spettro del comunismo», preteso ormai morto, bensì lo spettro delle religioni monoteistiche di matrice integralista, le quali, date per morte dall’età della Rivoluzione francese, non smettono di risorgere dalle loro ceneri, avocandosi il primato storico di costituire le uniche «radici culturali» dell’Europa di oggi. A tutto svantaggio dell’Europa dei diritti dell’uomo. Paradosso dell’ideologia della morte di tutte le ideologie, tranne una (la Madre Chiesa), l’Europa attuale si vede assegnare «radici cristiane» proprio da quella Chiesa che in età moderna – l’età delle guerre (cristiane) di religione (secoli XVI-XVIII) – si oppose con più forza (questo libro lo mostrerà) alla costituzione dell’ideale tollerante e laico di un’Europa delle genti e dei popoli. L’Europa cosmopolitica dei diritti dell’uomo, dell’età dei Lumi, punto di partenza. A quest’Europa i liberi pensatori della modernità dedicarono i loro migliori sforzi, malgrado l’opposizione dei settarismi religiosi di varia provenienza. Questioni di potere teologico-politico che si ripresentano ancora oggi. Perciò questo libro lo dirà ancora. Non smetterà di pensarlo e di dirlo, punto di ritorno, con Voltaire : "écrasez l’Infâme !"
Quintili, P., Puisais, E. (a cura di). (2010). L'Europa e le religioni. Roma : Aracne Editrice.
L'Europa e le religioni
QUINTILI, PAOLO;
2010-01-01
Abstract
Questo libro lo dirà ancora. Non dirà più di quanto è già stato detto sull’argomento «religioni», ma lo dirà di nuovo. Non si tratta di fare della lotta contro l’alienazione religiosa una nuova religione. Niente crociate, nell’analisi delle ragioni storiche per le quali, al principio del secolo XXI, un nuovo spettro sembra aggirarsi per l’Europa, dai «bassifondi» oscuri della civilizzazione, non solo di marca islamica. Non è lo «spettro del comunismo», preteso ormai morto, bensì lo spettro delle religioni monoteistiche di matrice integralista, le quali, date per morte dall’età della Rivoluzione francese, non smettono di risorgere dalle loro ceneri, avocandosi il primato storico di costituire le uniche «radici culturali» dell’Europa di oggi. A tutto svantaggio dell’Europa dei diritti dell’uomo. Paradosso dell’ideologia della morte di tutte le ideologie, tranne una (la Madre Chiesa), l’Europa attuale si vede assegnare «radici cristiane» proprio da quella Chiesa che in età moderna – l’età delle guerre (cristiane) di religione (secoli XVI-XVIII) – si oppose con più forza (questo libro lo mostrerà) alla costituzione dell’ideale tollerante e laico di un’Europa delle genti e dei popoli. L’Europa cosmopolitica dei diritti dell’uomo, dell’età dei Lumi, punto di partenza. A quest’Europa i liberi pensatori della modernità dedicarono i loro migliori sforzi, malgrado l’opposizione dei settarismi religiosi di varia provenienza. Questioni di potere teologico-politico che si ripresentano ancora oggi. Perciò questo libro lo dirà ancora. Non smetterà di pensarlo e di dirlo, punto di ritorno, con Voltaire : "écrasez l’Infâme !"I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.