Rispondendo nel marzo del 2006 all’inchiesta “Tempi moderni. Ciò che resta di Marx” [1] , Mario Tronti fa risalire l’impossibilità di sostenere ancora una centralità rivoluzionaria della classe operaia non a dati quantitativi (giacché si ammette che la classe operaia nel mondo è in via di incremento quantitativo, non di diminuzione) bensì ad un deficit di cultura, e più precisamente (pare di capire) alla mancanza di un’autonoma antropologia filosofica:
Mordenti, R. (2008). Homo faber, per un’antropologia filosofica gramsciana, 33-44.
Homo faber, per un’antropologia filosofica gramsciana
MORDENTI, RAUL
2008-01-01
Abstract
Rispondendo nel marzo del 2006 all’inchiesta “Tempi moderni. Ciò che resta di Marx” [1] , Mario Tronti fa risalire l’impossibilità di sostenere ancora una centralità rivoluzionaria della classe operaia non a dati quantitativi (giacché si ammette che la classe operaia nel mondo è in via di incremento quantitativo, non di diminuzione) bensì ad un deficit di cultura, e più precisamente (pare di capire) alla mancanza di un’autonoma antropologia filosofica:File in questo prodotto:
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