Il lavoro prende le mosse dal riassetto della Cassa Depositi e Prestiti dopo l’introduzione del d.l. 34/2011 e si conclude con una valutazione delle misure antiscalata introdotte nel nostro ordinamento. La dichiarata finalità protezionistica del provvedimento ha imposto una riflessione in quanto, nonostante sia stato sottolineato che tale soluzione si conformi agli orientamenti prevalsi anche in altri Stati europei, in particolare in Francia, quel che sembra da scongiurare è che la proclamata tutela degli interessi nazionali possa elevarsi a parametro per legittimare l’introduzione di una serie di norme potenzialmente in grado di compromettere non solo la concorrenza tra imprese ma anche gli interessi dei singoli investitori. Perplessità maggiori suscitano dunque quelle normative domestiche che virano verso posizioni decisamente protezionistiche e di chiusura degli assetti proprietari mentre sembra che la legislazione comunitaria cerchi di fornire ai capitali e pertanto agli investitori norme sempre più attrattive lasciando ai singoli Stati membri il compito di saper cogliere il senso profondo delle norme per non perdere un’opportunità e forse considerando che la categoria degli investitori che si va diffondendo è sempre più avveduta ed in grado di premiare le regole legali e statutarie che siano maggiormente rispettose dei loro interessi. Se nel contesto della competizione tra sistemi normativi emerge un’opzione di fondo del legislatore comunitario in favore di una concorrenza tra ordinamenti che si svolga secondo regole di correttezza, permettere all’assemblea della società potenziale bersaglio di autorizzare misure difensive rimesse all’azione amministrativa, in deroga al generale operare della passivity rule, significa limitare il ricorso al c.d. forum shopping “ cioè alla migrazione da ordinamenti retti dalla regola di neutralità verso ordinamenti che consentono sempre e comunque alla società di difendersi senza deroghe rispetto alla governance ordinaria”. Il rischio ultimo è che l’ordinamento comunitario, in particolare per il diritto azionario comunitario, perda il suo ruolo propulsivo nei confronti delle legislazioni dei singoli Stati membri e si riduca a mero controllore di normative in concorrenza tra loro.
Magliano, R. (2012). Neocolbertismo domestico e misure difensive antiscalata. DIRITTO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE(3), 651-667.
Neocolbertismo domestico e misure difensive antiscalata
MAGLIANO, ROSANNA
2012-01-01
Abstract
Il lavoro prende le mosse dal riassetto della Cassa Depositi e Prestiti dopo l’introduzione del d.l. 34/2011 e si conclude con una valutazione delle misure antiscalata introdotte nel nostro ordinamento. La dichiarata finalità protezionistica del provvedimento ha imposto una riflessione in quanto, nonostante sia stato sottolineato che tale soluzione si conformi agli orientamenti prevalsi anche in altri Stati europei, in particolare in Francia, quel che sembra da scongiurare è che la proclamata tutela degli interessi nazionali possa elevarsi a parametro per legittimare l’introduzione di una serie di norme potenzialmente in grado di compromettere non solo la concorrenza tra imprese ma anche gli interessi dei singoli investitori. Perplessità maggiori suscitano dunque quelle normative domestiche che virano verso posizioni decisamente protezionistiche e di chiusura degli assetti proprietari mentre sembra che la legislazione comunitaria cerchi di fornire ai capitali e pertanto agli investitori norme sempre più attrattive lasciando ai singoli Stati membri il compito di saper cogliere il senso profondo delle norme per non perdere un’opportunità e forse considerando che la categoria degli investitori che si va diffondendo è sempre più avveduta ed in grado di premiare le regole legali e statutarie che siano maggiormente rispettose dei loro interessi. Se nel contesto della competizione tra sistemi normativi emerge un’opzione di fondo del legislatore comunitario in favore di una concorrenza tra ordinamenti che si svolga secondo regole di correttezza, permettere all’assemblea della società potenziale bersaglio di autorizzare misure difensive rimesse all’azione amministrativa, in deroga al generale operare della passivity rule, significa limitare il ricorso al c.d. forum shopping “ cioè alla migrazione da ordinamenti retti dalla regola di neutralità verso ordinamenti che consentono sempre e comunque alla società di difendersi senza deroghe rispetto alla governance ordinaria”. Il rischio ultimo è che l’ordinamento comunitario, in particolare per il diritto azionario comunitario, perda il suo ruolo propulsivo nei confronti delle legislazioni dei singoli Stati membri e si riduca a mero controllore di normative in concorrenza tra loro.File | Dimensione | Formato | |
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