Secondo una prospettiva antichissima e, per dir così, “classica” la famiglia è una società naturale, o, per usare un’espressione diversa, ma nell’essenziale equivalente, un’istituzione di diritto naturale. Ne segue che la difesa e la promozione della famiglia (uso questo termine per indicare una struttura propria ed esclusiva dell' essere dell' uomo) sono compito specifico (e forse prioritario) del diritto positivo, anche se, ovviamente, secondo modi e forme dipendenti da variabili storiche e sociali. Le nuove dinamiche sociali, così come le nuove tecnologie riproduttive pongono al diritto problemi nuovi, ai quali vanno date chiaramente risposte nuove, secondo la forza inventiva che è propria del diritto: forza, però, che essendo appunto inventiva e non creativa di giusti assetti di strutture antropologiche, non deve mai esser posta in essere per alterarle o comunque deformarle. Questa prospettiva, ritenuta per secoli auto-evidente, è oggi ampiamente discussa. E’ perciò opportuno tornare a ripresentarla, liberandola da tutte quelle incrostazioni argomentative, che la rendono poco comprensibile da parte della cultura oggi dominante.
D'Agostino, F. (2012). Per un'antropologia della famiglia. IUSTITIA, 133-140.
Per un'antropologia della famiglia
D'AGOSTINO, FRANCESCO
2012-01-01
Abstract
Secondo una prospettiva antichissima e, per dir così, “classica” la famiglia è una società naturale, o, per usare un’espressione diversa, ma nell’essenziale equivalente, un’istituzione di diritto naturale. Ne segue che la difesa e la promozione della famiglia (uso questo termine per indicare una struttura propria ed esclusiva dell' essere dell' uomo) sono compito specifico (e forse prioritario) del diritto positivo, anche se, ovviamente, secondo modi e forme dipendenti da variabili storiche e sociali. Le nuove dinamiche sociali, così come le nuove tecnologie riproduttive pongono al diritto problemi nuovi, ai quali vanno date chiaramente risposte nuove, secondo la forza inventiva che è propria del diritto: forza, però, che essendo appunto inventiva e non creativa di giusti assetti di strutture antropologiche, non deve mai esser posta in essere per alterarle o comunque deformarle. Questa prospettiva, ritenuta per secoli auto-evidente, è oggi ampiamente discussa. E’ perciò opportuno tornare a ripresentarla, liberandola da tutte quelle incrostazioni argomentative, che la rendono poco comprensibile da parte della cultura oggi dominante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


