BACKGROUND AND OBJECTIVES. To date, bone marrow (BM) is the most common source of cells to use in order to assess minimal residual disease (MRD) in acute myeloid leukemia (AML). In the present study, we investigated whether peripheral blood (PB) could be an alternative source of cells for monitoring MRD in AML. DESIGN AND METHODS: Fifty patients with AML were monitored for MRD after the achievement of complete remission. Using multiparametric flow cytometry we compared the levels of MRD in 50 and 48 pairs of BM and PB after induction and consolidation, respectively. RESULTS: After induction and consolidation therapy, the findings in BM and PB were significantly concordant (r=0.86 and 0.82, respectively, p<0.001 for both comparisons). The cut-off value of residual leukemic cells in PB which correlated with outcome was 1.5x10 (-4). Thirty-three of 43 (77%) patients with >1.5x10 (-4)residual leukemic cells in PB after induction had a relapse, whereas the seven patients with lower levels did not (p=0.0002). After consolidation, 38 patients had a level of MRD >1.5x10 (-4)and 31 (82%) had a relapse; nine out of the remaining ten patients, whose levels of MRD were below 1.5x10 (-4), are still relapse-free (p=0.00006). In multivariate analysis, PB MRD status at the end of consolidation was found to have a significant effect on relapse-free survival (p=0.036). INTERPRETATION AND CONCLUSIONS: These preliminary results indicate that: (i) PB evaluation can integrate BM assessment for MRD detection in patients with AML; (ii) PB MRD status at the end of consolidation therapy may provide useful prognostic information.

L’identificazione della MMR mediante CFMP utilizzando sangue midollare ha fornito utili indicazioni prognostiche in pazienti adulti affetti da LAM. L’attuale interesse è volto a verificare l’impiego di sangue periferico (SP) come possibile fonte alternativa al midollo osseo. Recenti studi hanno dimostrato come la determinazione della malattia minima residua (MMR) sia utile per una più appropriata modulazione della stessa. Ciò fonda sul presupposto che la presenza in circolo di cellule leucemiche al momento della RC morfologica, può essere correlata con la persistenza midollare di cellule leucemiche, oppure con la precoce immissione in circolo delle stesse, espressione quest’ultima di maggiore aggressività di malattia. PAZIENTI E METODI: Nello studio sono stati inclusi 50 pazienti affetti da LAM de novo. La valutazione della MMR è stata effettuata al termine della terapia d’induzione in 50 campioni di SP e 50 di MO. Due pazienti di 50 sono recidivati precocemente prime della terapia di consolidamento, pertanto, al termine della terapia di consolidamento sono state analizzate 48 coppie di SP e MO. In primo luogo abbiamo confrontato i livelli di MMR in 50 campioni di sangue periferico e midollare prelevati contemporaneamente, dopo terapia di induzione. RISULTATI: Il 77% dei pazienti pari a 33 è andato incontro a recidiva dopo un tempo mediano di 10 mesi ( range,2-24); il follow-up mediano è stato 18 mesi (range, 3-85). Il valore mediano di cellule leucemiche residue nel midollo e nel sangue periferico erano rispettivamente 5.2 x10-3 (range 1x10ˉ4 - 1.64 x10-1) e di 2.85 x10-3 (range 1x10-5 –1.25 x10-1) ; tra le due fonti è stata riscontrata una correlazione statisticamente significativa (r=0.86, p < 0.0001). Il valore di cut-off di cellule leucemiche residue nel sangue periferico con una correlazione statisticamente significativa è stato posto a 1.5x10-4; infatti, 33 pazienti su 44(75%) con livelli di MMR post-induzione superiori a 1.5x10-4 (gruppo MMRInd+) sono andati incontro a recidiva di malattia, rispetto a 6 pazienti con livelli di MMR inferiori a 1.5x10-4 (gruppo MMRInd-) (p=0.00078). Non sono state osservate differenze statisticamente significative nella sopravvivenza globale tra i due gruppi di pazienti, tuttavia il gruppo MMRInd+ ha presentato una sopravvivenza libera da recidiva di durata inferiore (p=0.001). Dopo terapia di consolidamento, utilizzando lo stesso valore di cut-off di 1.5x10-4, 38 pazienti sono stati considerati MMRCons+, e 31 di loro (82%) sono andati incontro a recidiva; 9 dei restanti 10 pazienti MMRCons- mantengono la RC (p=0.00006). La condizione di MMRCons+ nel sangue periferico è risultata una variabile indipendente associata in maniera significativa ad una ridotta sopravvivenza libera da malattia (p=0.0026). CONCLUSIONI: I risultati del nostro studio dimostrano che la valutazione della MMR su sangue periferico mediante la CFMP ha un importante impatto prognostico sulla terapia dei pazienti affetti da LAM. In particolare, la quantificazione della MMR a differenti tappe del trattamento potrebbe aiutare, in futuro prossimo, alla definizione di programmi terapeutici personalizzati, stratificando i pazienti in differenti categorie di rischio. Inoltre il monitoraggio della MMR su sangue periferico dopo la fine del trattamento permette una sorveglianza adeguata dei pazienti che tendono ad avere una riespansione della MMR e consente, quindi un intervento terapeutico precoce.

Mazzone, C. (2009). Utilizzo di sangue periferico come fonte alternativa al sangue midollare per il monitoraggio della malattia minima residua nella Leucemia Mieloide Acuta.

Utilizzo di sangue periferico come fonte alternativa al sangue midollare per il monitoraggio della malattia minima residua nella Leucemia Mieloide Acuta

MAZZONE, CARLA
2009-01-15

Abstract

BACKGROUND AND OBJECTIVES. To date, bone marrow (BM) is the most common source of cells to use in order to assess minimal residual disease (MRD) in acute myeloid leukemia (AML). In the present study, we investigated whether peripheral blood (PB) could be an alternative source of cells for monitoring MRD in AML. DESIGN AND METHODS: Fifty patients with AML were monitored for MRD after the achievement of complete remission. Using multiparametric flow cytometry we compared the levels of MRD in 50 and 48 pairs of BM and PB after induction and consolidation, respectively. RESULTS: After induction and consolidation therapy, the findings in BM and PB were significantly concordant (r=0.86 and 0.82, respectively, p<0.001 for both comparisons). The cut-off value of residual leukemic cells in PB which correlated with outcome was 1.5x10 (-4). Thirty-three of 43 (77%) patients with >1.5x10 (-4)residual leukemic cells in PB after induction had a relapse, whereas the seven patients with lower levels did not (p=0.0002). After consolidation, 38 patients had a level of MRD >1.5x10 (-4)and 31 (82%) had a relapse; nine out of the remaining ten patients, whose levels of MRD were below 1.5x10 (-4), are still relapse-free (p=0.00006). In multivariate analysis, PB MRD status at the end of consolidation was found to have a significant effect on relapse-free survival (p=0.036). INTERPRETATION AND CONCLUSIONS: These preliminary results indicate that: (i) PB evaluation can integrate BM assessment for MRD detection in patients with AML; (ii) PB MRD status at the end of consolidation therapy may provide useful prognostic information.
15-gen-2009
A.A. 2007/2008
Ematologia
20.
L’identificazione della MMR mediante CFMP utilizzando sangue midollare ha fornito utili indicazioni prognostiche in pazienti adulti affetti da LAM. L’attuale interesse è volto a verificare l’impiego di sangue periferico (SP) come possibile fonte alternativa al midollo osseo. Recenti studi hanno dimostrato come la determinazione della malattia minima residua (MMR) sia utile per una più appropriata modulazione della stessa. Ciò fonda sul presupposto che la presenza in circolo di cellule leucemiche al momento della RC morfologica, può essere correlata con la persistenza midollare di cellule leucemiche, oppure con la precoce immissione in circolo delle stesse, espressione quest’ultima di maggiore aggressività di malattia. PAZIENTI E METODI: Nello studio sono stati inclusi 50 pazienti affetti da LAM de novo. La valutazione della MMR è stata effettuata al termine della terapia d’induzione in 50 campioni di SP e 50 di MO. Due pazienti di 50 sono recidivati precocemente prime della terapia di consolidamento, pertanto, al termine della terapia di consolidamento sono state analizzate 48 coppie di SP e MO. In primo luogo abbiamo confrontato i livelli di MMR in 50 campioni di sangue periferico e midollare prelevati contemporaneamente, dopo terapia di induzione. RISULTATI: Il 77% dei pazienti pari a 33 è andato incontro a recidiva dopo un tempo mediano di 10 mesi ( range,2-24); il follow-up mediano è stato 18 mesi (range, 3-85). Il valore mediano di cellule leucemiche residue nel midollo e nel sangue periferico erano rispettivamente 5.2 x10-3 (range 1x10ˉ4 - 1.64 x10-1) e di 2.85 x10-3 (range 1x10-5 –1.25 x10-1) ; tra le due fonti è stata riscontrata una correlazione statisticamente significativa (r=0.86, p < 0.0001). Il valore di cut-off di cellule leucemiche residue nel sangue periferico con una correlazione statisticamente significativa è stato posto a 1.5x10-4; infatti, 33 pazienti su 44(75%) con livelli di MMR post-induzione superiori a 1.5x10-4 (gruppo MMRInd+) sono andati incontro a recidiva di malattia, rispetto a 6 pazienti con livelli di MMR inferiori a 1.5x10-4 (gruppo MMRInd-) (p=0.00078). Non sono state osservate differenze statisticamente significative nella sopravvivenza globale tra i due gruppi di pazienti, tuttavia il gruppo MMRInd+ ha presentato una sopravvivenza libera da recidiva di durata inferiore (p=0.001). Dopo terapia di consolidamento, utilizzando lo stesso valore di cut-off di 1.5x10-4, 38 pazienti sono stati considerati MMRCons+, e 31 di loro (82%) sono andati incontro a recidiva; 9 dei restanti 10 pazienti MMRCons- mantengono la RC (p=0.00006). La condizione di MMRCons+ nel sangue periferico è risultata una variabile indipendente associata in maniera significativa ad una ridotta sopravvivenza libera da malattia (p=0.0026). CONCLUSIONI: I risultati del nostro studio dimostrano che la valutazione della MMR su sangue periferico mediante la CFMP ha un importante impatto prognostico sulla terapia dei pazienti affetti da LAM. In particolare, la quantificazione della MMR a differenti tappe del trattamento potrebbe aiutare, in futuro prossimo, alla definizione di programmi terapeutici personalizzati, stratificando i pazienti in differenti categorie di rischio. Inoltre il monitoraggio della MMR su sangue periferico dopo la fine del trattamento permette una sorveglianza adeguata dei pazienti che tendono ad avere una riespansione della MMR e consente, quindi un intervento terapeutico precoce.
acute myeliod leukemia
Settore MED/15 - MALATTIE DEL SANGUE
Italian
Tesi di dottorato
Mazzone, C. (2009). Utilizzo di sangue periferico come fonte alternativa al sangue midollare per il monitoraggio della malattia minima residua nella Leucemia Mieloide Acuta.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi dottorato.pdf

accesso aperto

Descrizione: Thesis
Dimensione 130.33 kB
Formato Adobe PDF
130.33 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Dottorato.pdf

accesso aperto

Descrizione: Tables and graphs
Dimensione 315.73 kB
Formato Adobe PDF
315.73 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/755
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact