Nella versione finale del Preambolo alla Costituzione per l'Europa (varata nelle sedute del 15 giugno e del 10 luglio 2003 dalla Convenzione europea presieduta da Valery Giscard d’Estaing) è stato omesso il richiamo a un passo di Tucidide (II 37, 1) che recita: («La nostra Costituzione si chiama democrazia, perché il potere non è nelle mani dei pochi, ma dei più». Nella versione finale del preambolo la polarizzazione tra la democrazia da una parte e la persona umana dall’altra sia stata sacrificata a favore di un’elencazione piuttosto piatta di valori universali, che vede al primo posto i diritti inalienabili e inviolabili della persona, quindi la democrazia, l’uguaglianza, la libertà, lo stato di diritto. Le grandi culture antiche, quella classica e quella cristiana, avevano posto i solidi princìpi che hanno scandito tutta la storia europea. È perciò motivo di grande rammarico che nella versione definitiva del Preambolo il ricordo della prima sia stato espunto, quella della seconda - ben sintetizzato, ad esempio, da un celebre passo della lettera di Paolo a Filemone (7-19) - del tutto trascurato; e ben a ragione, per due insigni studiosi del pensiero contemporaneo, l’Europa si è data una Carta "senza radici".

Lanzillotta, E. (1996). Solone, Tucidide, Paolo di Tarso e il Preambolo del Progetto di Trattato della Costituzione per l'Europa. In M. Angeli Bertinelli, A. Donati (a cura di), Le vie della storia. Migrazioni di popoli, viaggi di individui, circolazione di idee nel Mediterraneo antico. Atti del II Incontro Internazionale di Storia Antica (Genova, 6-8 Ottobre 2004) (pp. 155-162). Roma : Giorgio Bretschneider.

Solone, Tucidide, Paolo di Tarso e il Preambolo del Progetto di Trattato della Costituzione per l'Europa

LANZILLOTTA, EUGENIO
1996-06-15

Abstract

Nella versione finale del Preambolo alla Costituzione per l'Europa (varata nelle sedute del 15 giugno e del 10 luglio 2003 dalla Convenzione europea presieduta da Valery Giscard d’Estaing) è stato omesso il richiamo a un passo di Tucidide (II 37, 1) che recita: («La nostra Costituzione si chiama democrazia, perché il potere non è nelle mani dei pochi, ma dei più». Nella versione finale del preambolo la polarizzazione tra la democrazia da una parte e la persona umana dall’altra sia stata sacrificata a favore di un’elencazione piuttosto piatta di valori universali, che vede al primo posto i diritti inalienabili e inviolabili della persona, quindi la democrazia, l’uguaglianza, la libertà, lo stato di diritto. Le grandi culture antiche, quella classica e quella cristiana, avevano posto i solidi princìpi che hanno scandito tutta la storia europea. È perciò motivo di grande rammarico che nella versione definitiva del Preambolo il ricordo della prima sia stato espunto, quella della seconda - ben sintetizzato, ad esempio, da un celebre passo della lettera di Paolo a Filemone (7-19) - del tutto trascurato; e ben a ragione, per due insigni studiosi del pensiero contemporaneo, l’Europa si è data una Carta "senza radici".
15-giu-1996
Settore L-ANT/02 - STORIA GRECA
Italian
Rilevanza internazionale
Capitolo o saggio
Grecia; Costituzionalismo; Pensiero politico greco; Costituzione europea
Lanzillotta, E. (1996). Solone, Tucidide, Paolo di Tarso e il Preambolo del Progetto di Trattato della Costituzione per l'Europa. In M. Angeli Bertinelli, A. Donati (a cura di), Le vie della storia. Migrazioni di popoli, viaggi di individui, circolazione di idee nel Mediterraneo antico. Atti del II Incontro Internazionale di Storia Antica (Genova, 6-8 Ottobre 2004) (pp. 155-162). Roma : Giorgio Bretschneider.
Lanzillotta, E
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