“ L’Antinoo Mondragone: una scultura contestata al territorio tuscolano”

Sulla provenienza antica della testa di Antinoo, oggi conservata nel Museo del Louvre e appartenuta alla famiglia Borghese che la custodì fino al 1807, non vi è stata mai completa chiarezza, oscillando le ipotesi tra la villa Adriana di Tivoli e il territorio tuscolano, dove sorgeva la residenza suburbana dei Borghese, impiantatasi a sua volta sui resti della villa dei Quintili. Sostenendo l’ipotesi tuscolana, si presenta una ricostruzione iconografica della statua colossale, si affrontano gli aspetti esecutivi dello pseudoacrolito/acrolito, si riconoscono caratteri stilistici e formali propri della tarda età adrianea e prima epoca antonina. Si giunge a a inquadrare l’Antinoo tra le opere di maestranze di formazione greca, che lavoravano per la ricca clientela romana, e capace di veicolare, attraverso l’adesione alle pratiche rituali introdotte da Adriano e la specie divina, un messaggio politico-religioso dei committenti.