La ricerca, postulando come importante punto di partenza la produzione poetica pirandelliana, vuole indagare come dalla prima arte poetica Luigi Pirandello abbia attinto non solo per dar vita a personaggi e immagini della sua opera successiva, ma anche agli elementi costitutivi della sua poetica. Nella prima parte di questo lavoro vengono presentate le raccolte poetiche di Pirandello pubblicate in volumi o su giornali e riviste attraverso un approccio ermeneutico sostenuto dalle parole dello stesso autore, presenti nei carteggi di quegli anni o attraverso un’analisi intratestuale per meglio contestualizzare i temi delle raccolte e descriverle cronologicamente; successivamente, nel secondo capitolo, si analizzano le liriche ponendole a confronto con la poetica dell’Umorismo mettendo in evidenza tutti quei componimenti che contengono tematiche quali: la dissociazione dell’io, la differenza tra il sentirsi vivere e il lasciarsi vivere, la perplessità e la riflessione; infine, con l'ultimo capitolo, si è cercato di giustificare il ritorno dell’autore alla poesia accostando il primo Pirandello poeta all’ultimo Pirandello poeta drammatico con un confronto tra le poesie giovanili e La nuova colonia, il Lazzaro e I giganti della montagna del maturo Pirandello, per offrire una riprova dell’importanza che la poesia ha rappresentato per l’autore nel corso di tutta la sua produzione artistica. Il titolo del lavoro non a caso ha voluto problematizzare il concetto della marginalità dell’opera poetica di Pirandello che può essere intesa come elemento relativo rispetto a qualcosa che ha più valore, e in questo caso si rientrerebbe nella sfera della critica che vede l’opera poetica dell’Agrigentino come qualcosa di inferiore rispetto alla produzione successiva. Ma parlare di margini significa, però, anche vedere qualcosa in cui è racchiuso qualcos’altro e in questo senso si rivaluta la poesia di Pirandello intravedendo in essa qualcosa che circonda, racchiude l’intera opera e, spesso, la alimenta. Partendo, infatti, da Mal giocondo, prima raccolta poetica e arrivando ai Giganti della montagna, che non a caso è il mito della poesia, si vuole offrire un sostegno a tutte quelle posizioni critiche che hanno trovato nella marginalità della poesia pirandelliana un plusvalore. L’analisi si propone proprio di mettere in risalto la circolarità dell’opera pirandelliana e il riuso di temi cari alla vita e all’ arte dell’Agrigentino, a partire però dalla poesia, attraverso proposte critiche e rinvii intratestuali sorretti da documenti, lettere, taccuini, articoli e interventi, per dare un contributo critico utile a legittimare nuovamente la poesia di un grande autore del Novecento che tanto successo ebbe come novelliere, romanziere e drammaturgo.

Di Maria, R.A. (2010). Poesia ai margini: Luigi Pirandello e le cupe gigantesche necessità.

Poesia ai margini: Luigi Pirandello e le cupe gigantesche necessità

DI MARIA, RAFFAELLA
2010-09-06

Abstract

La ricerca, postulando come importante punto di partenza la produzione poetica pirandelliana, vuole indagare come dalla prima arte poetica Luigi Pirandello abbia attinto non solo per dar vita a personaggi e immagini della sua opera successiva, ma anche agli elementi costitutivi della sua poetica. Nella prima parte di questo lavoro vengono presentate le raccolte poetiche di Pirandello pubblicate in volumi o su giornali e riviste attraverso un approccio ermeneutico sostenuto dalle parole dello stesso autore, presenti nei carteggi di quegli anni o attraverso un’analisi intratestuale per meglio contestualizzare i temi delle raccolte e descriverle cronologicamente; successivamente, nel secondo capitolo, si analizzano le liriche ponendole a confronto con la poetica dell’Umorismo mettendo in evidenza tutti quei componimenti che contengono tematiche quali: la dissociazione dell’io, la differenza tra il sentirsi vivere e il lasciarsi vivere, la perplessità e la riflessione; infine, con l'ultimo capitolo, si è cercato di giustificare il ritorno dell’autore alla poesia accostando il primo Pirandello poeta all’ultimo Pirandello poeta drammatico con un confronto tra le poesie giovanili e La nuova colonia, il Lazzaro e I giganti della montagna del maturo Pirandello, per offrire una riprova dell’importanza che la poesia ha rappresentato per l’autore nel corso di tutta la sua produzione artistica. Il titolo del lavoro non a caso ha voluto problematizzare il concetto della marginalità dell’opera poetica di Pirandello che può essere intesa come elemento relativo rispetto a qualcosa che ha più valore, e in questo caso si rientrerebbe nella sfera della critica che vede l’opera poetica dell’Agrigentino come qualcosa di inferiore rispetto alla produzione successiva. Ma parlare di margini significa, però, anche vedere qualcosa in cui è racchiuso qualcos’altro e in questo senso si rivaluta la poesia di Pirandello intravedendo in essa qualcosa che circonda, racchiude l’intera opera e, spesso, la alimenta. Partendo, infatti, da Mal giocondo, prima raccolta poetica e arrivando ai Giganti della montagna, che non a caso è il mito della poesia, si vuole offrire un sostegno a tutte quelle posizioni critiche che hanno trovato nella marginalità della poesia pirandelliana un plusvalore. L’analisi si propone proprio di mettere in risalto la circolarità dell’opera pirandelliana e il riuso di temi cari alla vita e all’ arte dell’Agrigentino, a partire però dalla poesia, attraverso proposte critiche e rinvii intratestuali sorretti da documenti, lettere, taccuini, articoli e interventi, per dare un contributo critico utile a legittimare nuovamente la poesia di un grande autore del Novecento che tanto successo ebbe come novelliere, romanziere e drammaturgo.
6-set-2010
A.A. 2008/2009
Italianistica
22.
Pirandello, Luigi; umorismo; poesia; poetica
Settore L-FIL-LET/11 - LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA
Italian
Tesi di dottorato
Di Maria, R.A. (2010). Poesia ai margini: Luigi Pirandello e le cupe gigantesche necessità.
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