Roma Capitale Città Metropolitana è l’occasione per discutere e dare soluzione a un triplice obiettivo: 1) il problema della Capitale – che in altri Paesi europei è trattato separatamente dal resto delle Città Metropolitane – affinché Roma sia distinguibile e alla pari nella rete delle c.d. city region (senza confondere l’accezione del termine nella traduzione dall’inglese); 2) la questione del suo dimensionamento d’area vasta in sede locale per garantirne un’appropriata governance secondo una logica policentrica, orizzontalmente cooperativa, tra le Unioni di Comuni che andranno a formare la Città Metropolitana; 3) il nuovo rapporto che si istaurerà con le altre province (II livello) e con la Regione Lazio, rispetto alla necessaria capacità di accogliere, in forma anch’essa policentrica, l’interazione/integrazione con Roma Capitale metropolitana di territori ugualmente importanti ma diversi, in una prospettiva di rafforzata capacità competitiva dell’intera Regione. Uno degli obiettivi principali della ricerca era quello di individuare la dimensione e l’organizzazione più utile alla definizione di Roma Capitale europea. Dopo aver valutato la struttura del territorio d’area vasta alla luce del metodo STeMA-SEA (11 determinanti fisico-antropiche), e aver ottenuto il valore iniziale dei diversi capitali potenziali territoriali presenti nei 121 comuni (Roma inclusa) che costituiscono l’area coincidente con i confini dell’ex provincia, i territori comunali – inclusi quelli degli attuali municipia romani – , sono stati valutati attraverso STeMA-TIA alla luce del livello di coesione territoriale raggiunto determinando il grado di policentrismo socio-economicoinsediativo presente all’interno dell’area vasta. Questo, insieme al livello policentrico stimato a oggi (tempo t0) raggiunto dalla Capitale metropolitana, ancora considerata PUSH e monocentrica dalla UE nelle più recenti rappresentazioni, è stato la base per dare forma ed estensione agli 11 cluster insediativi in cui si articola la proposta di dimensionamento della Città Metropolitana di Roma Capitale. Leggibili anche come Unioni di Comuni ai sensi della L. 56/2014, gli 11 aggregati presentano forme di governo multi-level: –– quella comunale, che resta invariata rispetto all’attuale assetto e che si arricchisce, con la trasformazione in comuni autonomi, degli attuali 15 municipia romani; –– quella dell’Unione di Comuni per la gestione congiunta di Servizi di interesse economico generale (SGEI).
Prezioso, M., Caroli, M.g. (2016). Conclusioni (Roma Metropolitana). In M.G. Caroli, M. Prezioso (a cura di), Roma Metropolitana. Prospettive regionali e ipotesi cross-border d'area vasta (pp. 401-414). Roma : FrancoAngeli.
Conclusioni (Roma Metropolitana)
PREZIOSO, MARIA;
2016-01-01
Abstract
Roma Capitale Città Metropolitana è l’occasione per discutere e dare soluzione a un triplice obiettivo: 1) il problema della Capitale – che in altri Paesi europei è trattato separatamente dal resto delle Città Metropolitane – affinché Roma sia distinguibile e alla pari nella rete delle c.d. city region (senza confondere l’accezione del termine nella traduzione dall’inglese); 2) la questione del suo dimensionamento d’area vasta in sede locale per garantirne un’appropriata governance secondo una logica policentrica, orizzontalmente cooperativa, tra le Unioni di Comuni che andranno a formare la Città Metropolitana; 3) il nuovo rapporto che si istaurerà con le altre province (II livello) e con la Regione Lazio, rispetto alla necessaria capacità di accogliere, in forma anch’essa policentrica, l’interazione/integrazione con Roma Capitale metropolitana di territori ugualmente importanti ma diversi, in una prospettiva di rafforzata capacità competitiva dell’intera Regione. Uno degli obiettivi principali della ricerca era quello di individuare la dimensione e l’organizzazione più utile alla definizione di Roma Capitale europea. Dopo aver valutato la struttura del territorio d’area vasta alla luce del metodo STeMA-SEA (11 determinanti fisico-antropiche), e aver ottenuto il valore iniziale dei diversi capitali potenziali territoriali presenti nei 121 comuni (Roma inclusa) che costituiscono l’area coincidente con i confini dell’ex provincia, i territori comunali – inclusi quelli degli attuali municipia romani – , sono stati valutati attraverso STeMA-TIA alla luce del livello di coesione territoriale raggiunto determinando il grado di policentrismo socio-economicoinsediativo presente all’interno dell’area vasta. Questo, insieme al livello policentrico stimato a oggi (tempo t0) raggiunto dalla Capitale metropolitana, ancora considerata PUSH e monocentrica dalla UE nelle più recenti rappresentazioni, è stato la base per dare forma ed estensione agli 11 cluster insediativi in cui si articola la proposta di dimensionamento della Città Metropolitana di Roma Capitale. Leggibili anche come Unioni di Comuni ai sensi della L. 56/2014, gli 11 aggregati presentano forme di governo multi-level: –– quella comunale, che resta invariata rispetto all’attuale assetto e che si arricchisce, con la trasformazione in comuni autonomi, degli attuali 15 municipia romani; –– quella dell’Unione di Comuni per la gestione congiunta di Servizi di interesse economico generale (SGEI).File | Dimensione | Formato | |
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