The construction of the new cinema industrial center of Rome, named with the word “macedonia” Cinecittà, was at the turn of 1936: a significant years for international fascist policy. The project of Cinecittà represents the passage from the “national modernity” of the Early-Thirties Italian architecture to the celebrative monumentality for the Italian Empire founded in 1936. How to place the design strategies of Peressutti in this context? The sober image of the complex represents only the economic reasons and the will of a rapid construction? The essay focuses on those aspects, in particular on the innovative distributive scheme of Cinecittà, modeled on the principles of the modern logistics that rule the working process from the beginning to the delivery of the finished product.

Il 29 gennaio 1936, Mussolini pone la prima pietra del nuovo centro industriale cinematografico di Roma. Con smaliziata regia, gli operatori dell’Istituto Luce eternano la fondazione della cittadella del cinema, battezzata con la «parola macedonia» Cinecittà. E un atto denso di significato che rende materiale e visibile il sostegno profuso alla produzione cinematografica nazionale dal Ministero Stampa e Propaganda. La storia è nota: a Luigi Freddi della Direzione Generale della Cinematografia si deve l’idea di una struttura di produzione organizzata sul modello degli studios americani, mentre Gino Peressutti è l’architetto incaricato di progettare una fabbrica del cinema capace combinare la creatività della settima arte con le regole dell’industria commerciale. La costruzione di Cinecittà avviene a cavallo del 1936, anno significativo per la politica fascista internazionale, specie per la conquista di Addis Abeba e la proclamazione dell’Impero. Ora, l’architettura non deve più solo rappresentare un regime “consolidato e stabile”, ma essa è chiamata a materializzare l’immagine del nuovo Stato unitario. Schematizzando, la progettazione di Cinecittà avviene proprio nel passaggio tra la “modernità nazionale” dell’architettura della prima metà degli anni Trenta e la monumentalità celebrativa richiesta dall’Italia fascista divenuta, dal 1936, imperiale. In questo lungo dibattito sulla disciplina progettuale, come si inseriscono le scelte architettoniche di Peressutti per gli stabilimenti di Cinecittà? La loro semplificata espressione formale, priva di quei caratteri aulici dell’architettura rappresentativa che del potere autocratico è compiuta espressione, può essere stata dettata solo dall’intento di realizzare un complesso produttivo nella massima economia e in tempi rapidi? Il saggio vuole chiarire questi aspetti dell’impresa; soprattutto intende focalizzare la straordinaria novità dell’assetto distributivo di Cinecittà, ideato secondo i principi della moderna logistica, che, nelle aziende, regolano tutto il processo di lavorazione dall’inizio sino alla consegna dei prodotti finiti.

D'Amelio, M.g., Lazzarini, D. (2015). Alle porte di Roma: il progetto di Gino Peressutti per Cinecittà (1935-1937). ROMA MODERNA E CONTEMPORANEA, 23(1), 113-133.

Alle porte di Roma: il progetto di Gino Peressutti per Cinecittà (1935-1937)

D'AMELIO, MARIA GRAZIA;
2015-01-01

Abstract

The construction of the new cinema industrial center of Rome, named with the word “macedonia” Cinecittà, was at the turn of 1936: a significant years for international fascist policy. The project of Cinecittà represents the passage from the “national modernity” of the Early-Thirties Italian architecture to the celebrative monumentality for the Italian Empire founded in 1936. How to place the design strategies of Peressutti in this context? The sober image of the complex represents only the economic reasons and the will of a rapid construction? The essay focuses on those aspects, in particular on the innovative distributive scheme of Cinecittà, modeled on the principles of the modern logistics that rule the working process from the beginning to the delivery of the finished product.
2015
Pubblicato
Rilevanza internazionale
Articolo
Esperti anonimi
Settore ICAR/18 - STORIA DELL'ARCHITETTURA
Italian
Senza Impact Factor ISI
Il 29 gennaio 1936, Mussolini pone la prima pietra del nuovo centro industriale cinematografico di Roma. Con smaliziata regia, gli operatori dell’Istituto Luce eternano la fondazione della cittadella del cinema, battezzata con la «parola macedonia» Cinecittà. E un atto denso di significato che rende materiale e visibile il sostegno profuso alla produzione cinematografica nazionale dal Ministero Stampa e Propaganda. La storia è nota: a Luigi Freddi della Direzione Generale della Cinematografia si deve l’idea di una struttura di produzione organizzata sul modello degli studios americani, mentre Gino Peressutti è l’architetto incaricato di progettare una fabbrica del cinema capace combinare la creatività della settima arte con le regole dell’industria commerciale. La costruzione di Cinecittà avviene a cavallo del 1936, anno significativo per la politica fascista internazionale, specie per la conquista di Addis Abeba e la proclamazione dell’Impero. Ora, l’architettura non deve più solo rappresentare un regime “consolidato e stabile”, ma essa è chiamata a materializzare l’immagine del nuovo Stato unitario. Schematizzando, la progettazione di Cinecittà avviene proprio nel passaggio tra la “modernità nazionale” dell’architettura della prima metà degli anni Trenta e la monumentalità celebrativa richiesta dall’Italia fascista divenuta, dal 1936, imperiale. In questo lungo dibattito sulla disciplina progettuale, come si inseriscono le scelte architettoniche di Peressutti per gli stabilimenti di Cinecittà? La loro semplificata espressione formale, priva di quei caratteri aulici dell’architettura rappresentativa che del potere autocratico è compiuta espressione, può essere stata dettata solo dall’intento di realizzare un complesso produttivo nella massima economia e in tempi rapidi? Il saggio vuole chiarire questi aspetti dell’impresa; soprattutto intende focalizzare la straordinaria novità dell’assetto distributivo di Cinecittà, ideato secondo i principi della moderna logistica, che, nelle aziende, regolano tutto il processo di lavorazione dall’inizio sino alla consegna dei prodotti finiti.
Rome, Cinecittà, fascist architecture, Gino Peressutti
Roma, Cinecittà, Architettura fascista, Gino Peressutti
D'Amelio, M.g., Lazzarini, D. (2015). Alle porte di Roma: il progetto di Gino Peressutti per Cinecittà (1935-1937). ROMA MODERNA E CONTEMPORANEA, 23(1), 113-133.
D'Amelio, Mg; Lazzarini, D
Articolo su rivista
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Roma Moderna.pdf

solo utenti autorizzati

Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 5.42 MB
Formato Adobe PDF
5.42 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/133613
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact