In questo studio si riconsidera nel suo complesso il tema della documentazione del comune di Roma nel medioevo alla luce dei traguardi storiografici raggiunti nel corso dell’ultimo quarantennio in tema di documentazione comunale e dei rinnovati metodi di indagine e di analisi ai quali essa viene sottoposta. Attraverso l’esame critico della documentazione conservata e usando la griglia interpretativa della storia politico-sociale del comune, l’autrice ricostruisce l’apparato di scritture del comune capitolino e in generale il suo sistema documentario, ossia le tipologie, le forme e i modelli documentari, il rapporto tra il notariato locale e le istituzioni comunali, il livello di adeguamento alle conquiste documentarie degli altri comuni cittadini dell’Italia centro-settentrionale, le pratiche di conservazione dei documenti, il rapporto tra sviluppo delle strutture politiche, crescita dell’apparato amministrativo ed evoluzione delle strutture documentarie. Inoltre, grazie a un’analisi comparativa con la documentazione dei comuni cittadini dell’Italia centro-settentrionale, evidenzia, da una parte, quali furono le convergenze del sistema documentario capitolino con quelli degli altri comuni e, dall’altra, quali furono al contrario le eccezionalità, nella scelta dei modelli, nell’adozione di peculiari tipologie di documenti e in alcune pratiche documentarie messe in atto. Il periodo considerato è quello compreso tra la Renovatio senatus del 1143/1144 e il 1268, anno in cui i romani conferirono per la seconda volta la dignità senatoria a Carlo d’Angiò, che da quel momento fu contemporaneamente re di Sicilia e senatore e signore di Roma, con tutto quello che ciò significò in termini di crescita dell’apparato documentario del comune capitolino. In uno dei primi documenti prodotti dal Senato, infine, l’autrice individua il testo (parziale) del giuramento che i senatori pronunciavano al momento dell’elezione, che costuirebbe uno dei più antichi testi dei cosiddetti “brevi dei consoli” di cui si ha notizia.
Carbonetti, C. (2015). Le scritture del Comune. In S.L. Cristina Carbonetti (a cura di), Roma e il suo territorio nel Medioevo. Le fonti scritte fra tradizione e innovazione. Atti del Convegno internazionale di studio dell’Associazione italiana dei Paleografi e Diplomatisti (Roma, 25-29 settembre 2012). Spoleto : CISAM.
Le scritture del Comune
CARBONETTI, CRISTINA
2015-01-01
Abstract
In questo studio si riconsidera nel suo complesso il tema della documentazione del comune di Roma nel medioevo alla luce dei traguardi storiografici raggiunti nel corso dell’ultimo quarantennio in tema di documentazione comunale e dei rinnovati metodi di indagine e di analisi ai quali essa viene sottoposta. Attraverso l’esame critico della documentazione conservata e usando la griglia interpretativa della storia politico-sociale del comune, l’autrice ricostruisce l’apparato di scritture del comune capitolino e in generale il suo sistema documentario, ossia le tipologie, le forme e i modelli documentari, il rapporto tra il notariato locale e le istituzioni comunali, il livello di adeguamento alle conquiste documentarie degli altri comuni cittadini dell’Italia centro-settentrionale, le pratiche di conservazione dei documenti, il rapporto tra sviluppo delle strutture politiche, crescita dell’apparato amministrativo ed evoluzione delle strutture documentarie. Inoltre, grazie a un’analisi comparativa con la documentazione dei comuni cittadini dell’Italia centro-settentrionale, evidenzia, da una parte, quali furono le convergenze del sistema documentario capitolino con quelli degli altri comuni e, dall’altra, quali furono al contrario le eccezionalità, nella scelta dei modelli, nell’adozione di peculiari tipologie di documenti e in alcune pratiche documentarie messe in atto. Il periodo considerato è quello compreso tra la Renovatio senatus del 1143/1144 e il 1268, anno in cui i romani conferirono per la seconda volta la dignità senatoria a Carlo d’Angiò, che da quel momento fu contemporaneamente re di Sicilia e senatore e signore di Roma, con tutto quello che ciò significò in termini di crescita dell’apparato documentario del comune capitolino. In uno dei primi documenti prodotti dal Senato, infine, l’autrice individua il testo (parziale) del giuramento che i senatori pronunciavano al momento dell’elezione, che costuirebbe uno dei più antichi testi dei cosiddetti “brevi dei consoli” di cui si ha notizia.File | Dimensione | Formato | |
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