Introduzione: Circa un terzo degli ictus ischemici (che rappresentano il 75% di tutti gli ictus) sono criptogenetici, cioè senza una causa ben definita. Il ruolo patogenetico dell’embolizzazione paradossa da forame ovale pervio (PFO) in questo contesto clinico è ancora materia di discussione. Esiste inoltre un’ampia variabilità nell’approccio alla diagnosi del PFO. Scopo dello studio: Valutare l’utilità clinica di un approccio ultrasonografico combinato, integrando i risultati di Doppler Trans-Cranico (TCD), Ecocardiografia Trans-Esofagea (ETE) ed Ecocardiografia Trans-Toracica (TTE) nell’identificazione di un PFO. Materiali e metodi: Il campione di studio è stato selezionato da una serie consecutiva di pazienti accettati nella nostra “Stroke Unit” (SU) con sintomi di ischemia cerebrale acuta. I sottotipi di stroke sono stati definiti in base ai criteri TOAST (Trial of Org 10172 in Acute Stroke Treatment. L’indice di gravità clinica è stato assegnato second la “NIH Stroke Scale” (NIHSS). Se non controindicata, una RMN cerebrale è stata effettuata entro 12-24 ore dall’ingresso del paziente. I soggetti con ictus o TIA da causa indeterminata (“criptogenici”) sono stati sottoposti a TCD per valutazione del numero di segnali microembolici indotti dall’iniezione e.v. di un m.d.c. ecografico salino. I pazienti risultati positivi per RLS (“Right to Left shunt”), sono stati sottoposti ad ETE multiplanare con m.d.c. salino, per la conferma del PFO, seguita da una valutazione con TTE o una rivalutazione al TCD nei casi negativi. Le variabili clinico-demografiche, i reperti RMN a l’outcome a sei mesi sono stati comparati nel gruppo con e senza PFO confermato. Risultati: Su 674 pazienti accettati per ischemia cerebrale acuta, sono stati selezionati 154 pazienti con eziologia indeterminata. Il TCD non è stato eseguto in 7 casi per inadeguata finestra temporale. Il TCD ha identificato un RLS in 76 casi (52%); l’ETE, eseguito in 61 pazienti, ha confermato la presenza di un PFO in 49 casi (66%). Integrando i risultati della valutazione combinata con TTE e TCD, il numero di PFO identificati saliva a 53 casi (77%). Non è stata osservata una significativa diversità nella distribuzione delle variabili clinico-demografiche nel gruppo con e senza PFO. Conclusioni: L’utilizzo di una valutazione ultrasonografica integrata secondo un algoritmo decisionale flessibile, rappresenta un “tool diagnostico” di notevole utilità clinica nella diagnosi di PFO in pazienti ricoverati con diagnosi di ischemia cerebrale acuta criptogenetica.

De Marchis, E. (2009). Forame ovale pervio ed ischemia cerebrale.

Forame ovale pervio ed ischemia cerebrale

2009-09-11

Abstract

Introduzione: Circa un terzo degli ictus ischemici (che rappresentano il 75% di tutti gli ictus) sono criptogenetici, cioè senza una causa ben definita. Il ruolo patogenetico dell’embolizzazione paradossa da forame ovale pervio (PFO) in questo contesto clinico è ancora materia di discussione. Esiste inoltre un’ampia variabilità nell’approccio alla diagnosi del PFO. Scopo dello studio: Valutare l’utilità clinica di un approccio ultrasonografico combinato, integrando i risultati di Doppler Trans-Cranico (TCD), Ecocardiografia Trans-Esofagea (ETE) ed Ecocardiografia Trans-Toracica (TTE) nell’identificazione di un PFO. Materiali e metodi: Il campione di studio è stato selezionato da una serie consecutiva di pazienti accettati nella nostra “Stroke Unit” (SU) con sintomi di ischemia cerebrale acuta. I sottotipi di stroke sono stati definiti in base ai criteri TOAST (Trial of Org 10172 in Acute Stroke Treatment. L’indice di gravità clinica è stato assegnato second la “NIH Stroke Scale” (NIHSS). Se non controindicata, una RMN cerebrale è stata effettuata entro 12-24 ore dall’ingresso del paziente. I soggetti con ictus o TIA da causa indeterminata (“criptogenici”) sono stati sottoposti a TCD per valutazione del numero di segnali microembolici indotti dall’iniezione e.v. di un m.d.c. ecografico salino. I pazienti risultati positivi per RLS (“Right to Left shunt”), sono stati sottoposti ad ETE multiplanare con m.d.c. salino, per la conferma del PFO, seguita da una valutazione con TTE o una rivalutazione al TCD nei casi negativi. Le variabili clinico-demografiche, i reperti RMN a l’outcome a sei mesi sono stati comparati nel gruppo con e senza PFO confermato. Risultati: Su 674 pazienti accettati per ischemia cerebrale acuta, sono stati selezionati 154 pazienti con eziologia indeterminata. Il TCD non è stato eseguto in 7 casi per inadeguata finestra temporale. Il TCD ha identificato un RLS in 76 casi (52%); l’ETE, eseguito in 61 pazienti, ha confermato la presenza di un PFO in 49 casi (66%). Integrando i risultati della valutazione combinata con TTE e TCD, il numero di PFO identificati saliva a 53 casi (77%). Non è stata osservata una significativa diversità nella distribuzione delle variabili clinico-demografiche nel gruppo con e senza PFO. Conclusioni: L’utilizzo di una valutazione ultrasonografica integrata secondo un algoritmo decisionale flessibile, rappresenta un “tool diagnostico” di notevole utilità clinica nella diagnosi di PFO in pazienti ricoverati con diagnosi di ischemia cerebrale acuta criptogenetica.
11-set-2009
A.A. 2008/2009
PFO
ecocardiografia
ictus
criptogenetico
forame ovale pervio
ecocontrasto
Settore MED/11 - MALATTIE DELL'APPARATO CARDIOVASCOLARE
it
Tesi di dottorato
De Marchis, E. (2009). Forame ovale pervio ed ischemia cerebrale.
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